Approvato a maggioranza: sale di un punto l’Imu sulla seconda casa
Aumento: L’imposta del Governo passa dallo 0,76% allo 0,86%
L’assise: In discussione anche il Piano relativo alle stalle
di MATTEO BORRELLI
BASTIA UMBRA – Nessuna sorpresa e tutto come previsto: la maggioranza nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale ha dato il via libera al bilancio di previsione 2013 con la relativa manovra tributaria e tariffaria. Semaforo verde anche al bilancio pluriennale 2013-2015 ed al programma triennale delle opere pubbliche. Nel corso del suo intervento in aula, l’assessore al Bilancio Roberto Roscini, ha sottolineato come «i tagli operati dallo Stato nel corso del triennio 2011-2013 hanno generato minori risorse per oltre 3 milioni di euro. Nonostante questo, il bilancio non prevede aumenti di tariffe ed imposte comunali, ad eccezione dell’Imu sugli immobili – ha dichiarato – diversi dalla prima casa e degli aumenti relativi alla introduzione della Tares, il nuovo tributo che dal 2013 sostituisce ed integra la vecchia tassa sui rifiuti».
Secondo l’assessore al Bilancio, l’innalzamento dell’aliquota sugli immobili diversi dalla prima casa, che passa dallo 0,76% allo 0,86% ad eccezione degli immobili concessi a parenti di primo grado come casa di abitazione, «risulta necessario per finanziare gli investimenti, in particolare le manutenzioni degli immobili di proprietà comunale, altrimenti inattuabili stante la normativa restrittiva del patto di stabilità». In chiusura, Roscini ha voluto rimarcare che «nonostante l’aumento, l’imposta Imu a Bastia Umbra continua ad essere ben inferiore alla media nazionale, che sugli immobili diversi dalla prima casa è pari allo 0,93%». Questo il quadro per quanto riguarda il bilancio 2013. Ma questa sera il consiglio comunale tornerà a riunirsi per discutere del Piano stalle. Lunedì si è svolta l’ultima seduta della seconda commissione guidata da Catia Degli Esposti. Tra maggioranza e opposizione restano delle divergenze circa i criteri di riconversione delle venti stalle presenti sul territorio comunale. Ma nonostante questo, l’accordo bipartisan può starci.