Il presidente di Umbriafiere: “Umbria Beat non è un rave, si pagano 35euro per entrare”


BASTIA UMBRA (f.p.) – Sono stati circa un migliaio, almeno secondo le stime delle forze dell’ordine, gli appassionati- di musica elettronica, techno e house che hanno preso parte all’Umbria Beat Music Festival, la due giorni di musica no-stop andata in scena all’Umbriafiere di Bastia Umbra.
Una scelta che non ha mancato di sollevare le perplessità della Silb Confcommercio, il sindacato dei gestori di discoteche e ‘locali da ballo, che hanno definito la manifestazione “un rave party”. Non crediamo, ha detto Enzo Muscinelli, che Umbriafiere sia il luogo più adatto per un evento di questo tipo”: parole che non ha trovato concordi gli organizzatori ed il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari, che hanno fatto presente come “con un biglietto da 35 euro e tutte le autorizzazioni in regola, Umbria Beat è quanto di più lontano ci possa essere da un rave. Quanto ad Umbriafiere, la struttura può ospitare molte più persone di quelle previste, ossia 5.000”.
Le forze dell’ordine, in particolare carabinieri e polizia di Stato, che si sono alternate nel controllare che tutto filasse liscio, fanno sapere che gli accertamenti, condotti sia per mezzo dell’etilometro che dei cani antidroga, non hanno dato alcun esito; un ‘bilancio’ condiviso dagli organizzatori,, che in una nota fanno sapere che, “come era stato garantito, la prima
serata del festival si è svolta serenamente e senza imprevisti ed ora tutto è pronto per una chiusura in grande stile”. Intanto la kermesse è continuata, e dopo l’ottimo inizio con le coinvolgenti esibizioni di Francois Kevorkian, Frankie Watch, Vincenzo Favale e Federico Locchi, ieri sera è stata la volta di altri tre grandi: Joe Claussell e Todd Terry hanno infatti proposto il meglio dell’house music degli ultimi venti anni ed hanno animato le danze fino alle prime luci dell’alba insieme a Jay Haze, artista contemporaneo dalle sonorità minimal techno.

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