Bastia

BERSANI IL FORCAIOLO PENSI AL SUO BASSOLINO

di Vittorio Feltri
Pierluigi Bersani ha chiesto le dimissioni di Guido Bertolaso prima ancora che questi sia stato messo con le spalle al muro. È bastato un avviso di garanzia per far venire voglia di ghigliottina nel Partito democratico, memore forse dei fasti di Mani pulite che ripulirono tutti tranne il Pci.
A forza di andare avanti alla carlona la sinistra erede di Stalin, Breznev, Gorbaciov, Togliatti, Berlinguer, Natta e Occhetto è tornata indietro diciotto anni nella speranza di riprendere fiato. Per qualche voto in più è disposta a rinverdire il proprio giustizialismo invero mai appassito.
Secondo Bersani, il commissario della Protezione civile dovrebbe smammare perché non si è accorto che attorno a sé c’erano anche dei ladri. Il segretario però dimentica un particolare: Bertolaso non era e non è una guardia di finanza, un poliziotto e neppure un revisore dei conti, ma un operativo, uno che – è sufficiente guardare le sue foto – andava in giro dalla mattina alla sera con gli abiti lordi di calcinacci, trascorreva le giornate nei cantieri, in mezzo ai rifiuti immondi di Napoli, fra i terremotati dell’Aquila. Non era e non è un uomo da scrivania, bensì un uomo d’azione, impegnato a risolvere i problemi della gente, ad affrontare le emergenze e non a far quadrare il bilancio.
Siccome nelle sue tasche non è finito un euro, a qualcuno è venuto in mente che ci potrebbe essere almeno un preservativo; sicché è stata montata una storia pruriginosa di massaggiatrici porcelle ed ex ballerine della torcida. Se Bertolaso non è un furfante sarà almeno un puttaniere, ipotizzano argutamente vari gazzettieri dall’animo sbirro. E il Pd fa propria questa meschina idea e la brandisce come una dava per abbattere il presunto fornicatore con largo anticipo sulla conclusione delle indagini.
Siamo alle solite. Bersani scorge pagliuzze dappertutto e non si avvede delle travi neppure se gli cascano in testa, e gliene sono cadute parecchie. Una di queste, enorme e pesantissima, è Bassolino. Che per cent’anni ha incassato denaro allo scopo di rimuovere il lerciume campano riuscendo appena ad aumentarne la quantità e il nauseabondo olezzo, e tuttavia nessuno del partito inventore della questione morale ha mai osato, manco per scherzo, rifilargli un calcio nel deretano. Altra trave, la signora Rosa Russo Iervolino vien dal Mare cui la città del Vesuvio deve la più alta percentuale dell’Occidente di spazzini che non spazzano, ma ricevono regolare stipendio.
Ecco. I citati amministratori superflui sono stati difesi ad oltranza dal Pd, mentre Bertolaso viene disonorato quale frequentatore assiduo di bordelli e complice di grassatori. Nei suoi giudizi Bersani usa due pesi e due misure. E ignora che un capo della Protezione civile si valuta per le cose che ha fatto e non per il numero degli amplessi messi a segno. Delle cose che ha fatto sappiamo tutto, e per questo lo apprezziamo; degli amplessi non si sa nulla perché non ci interessano e, in ogni caso, sono affari suoi.
Non basta? Se proprio desidera discettare di mignotte, Bersani cominci da quelle in servizio nella sinistra, e accerti che non siano state pagate con soldi dello Stato.

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