— BASTIA —
UN PROGETTO nato male, condotto con scarsa convinzione e che ora rischia di rimanere senza padre. Parliamo dell’ex a Giontella, l’area industriale nel centro urbano ormai dismessa da molti anni e diventata nell’ultimo decennio il crogiuolo di interessi ed ambizioni. L’ultima variante adottata nella primavera del 2007 si è arenata in Provincia, i cui amministratori hanno sollevato difficoltà insormontabili per l’approvazione definitiva. Intanto però l’impresa «Baldelli» di Terni, proprietaria dell’area, aveva aperto il cantiere realizzando due palazzine nello spazio libero di via Irlanda e, di fonte ai ritardi delle istituzioni, ha minacciato l’amministrazione comunale di chiedere l’applicazione del primo progetto che si è tentato, senza fortuna, di modificare con la variante. Da settimane, coperta da riserbo assoluto, l’amministrazione ha preso atto dell’impossibilità di varare la variante in tempi ragionevoli e ha aperto un confronto interno e con il Pd per arrivare ad una soluzione condivisa. Si è parlato di recuperare, oltre al quadrilatero dell’ex tabacchificio mai in discussione, anche il capannone ‘ex essiccattoi’ e le due casette del Cim, progettate da Renzo Piano (nella foto). In più non si esclude la possibilità di inserire nel piano una scuola ed eliminare la strada prevista lungo la ferrovia. Ipotesi che, invece di aprire una visione strategica sul futuro dell’area, hanno scatenato ulteriori divisioni sia in Comune che nel Pd. Per non parlare poi del ‘Palazzo della salute’ (all’interno dell’area e già finanziato), mentre gli accordi con Usl e Regione prevedono che il Comune per dare il via all’operazione riacquisti il poliambulatorio (ex clinica Pelliccioli) valutato un milione e 300mila euro. 

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