L’INTERVENTO del sindaco Ansideri mirato a dare essenziali chiarimenti sull’eliminazione delle new slot dai centri sociali e a chiudere una vicenda che si trascina ormai da più di un mese, ha invece ridato spunto alla signora Laura Felicioni del Circolo Arci di Borgo I Maggio di tornare sull’argomento anche con qualche novità. Secondo lei il dialogo non è l’aspetto più importante di questa vicenda, quanto quello giuridico che sarebbe interamente a favore dei circoli. Se non avverrà qualcosa di nuovo l’epilogo più probabile sarà il ricorso alla magistratura per dirimere un problema che prima di essere giuridico è di grande rilievo sociale. Il vero merito di questa polemica, spesso stizzosa, è forse di aver riaperto il dibattito pubblico dopo molti anni di silenzi sull’impatto dei centri sociali comunali rispetto alla realtà della comunità bastiola. Temi molto in voga negli anni ’70, quando si cominciò a parlare e a realizzare queste strutture che, secondo i proponenti, avrebbero dovuto svolgere un ruolo di aggregazione sociale in tutti i quartieri, soprattutto in una realtà di immigrazione come Bastia. Oggi, quale il ruolo e quali i limiti dell’azione dei centri sociali in una realtà che, nonostante sia profondamente cambiata rispetto a 30 anni fa, registra un fenomeno di migrazione, non più limitato a movimenti umbri, ma moltiplicato per dieci rispetto agli anni Settanta. 
 
Nazione-2010-07-22-Pag11.pdf

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comments (3)

  • I CENTRI SOCIALI SONO UNA PROPRIETA’ COMUNALE GESTITA DALL’ ARCI E ALTRE SIGLE…??? IL LORO COMPITO E’ IL “SOCIALE” … NON RIESCO A CAPIRE QUALE FUNZIONE SOCIALE, E’ IL GIOCO D’AZZARDO.. IN AMBIENTE PRIVATO, BAR, PUB, SCEGLIERE DI UTILIZZARE COME REDDITO LE COSIDETTE “MACCHINETTE” NON MI INTERESSA MA IN LOCALI “COMUNALI” SONO INAMMISSIBILI PER LOGICA CULTURALE.

  • Sono 2 mesi che non si parla d’altro e ancora non hai capito. Ma quando leggi, comprendi o sei come qualcuno che si fa le proprie autoconvinzioni?! I Centri sociali si trovano su terreno comunale, per il quale ogni anno è rinnovata questa benedetta convenzione (la convenzione è per i terreni e non per le strutture, hai capito?). La struttura non appartiene al comune ma alla collettività perché è stata costruita dai cittadini e con i soldi dei cittadini, perciò non è proprietà del Sindaco, il quale nei giornali si è proclamato proprietario ordinando a noi cosa fare e cosa non fare (ti faccio presente che questa sua convinzione, cioè che i Centri sono “casa sua”, lascia il tempo che trova perché ti ricordo che il Sindaco ci ha mandato un invito e non un’ORDINANZA!!!). Secondo sono i cittadini che gestiscono il Centro e che decidono poi di affiliarsi ad un’associazione, Arci o Pinco Pallino se preferiscono, che tutela il Centro (assicurazione per le persone che frequentano il Centro e assistenza).

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