Bastia

Bastia, sciopero alla Lgs

Presidio davanti i cancelli della Mignini, principale ed unico committente della ditta


“Da 2 mesisenza stipendi”
La replica della  proprietà “Stiamo lavorando per la cassa integrazione”


ANDREA LUCCIOLI


BASTIA – Da due mesi senza stipendio e davanti a loro c’è un futuro incerto.
Per questo i 21 lavoratori della Lgs di Bastia, ditta del settore dei trasporti e logistica, hanno scioperato ieri mattina davanti alla Mignini di Petrignano d’Assisi, ovvero l’unico committente della Lgs nonché socio al 45% della stessa ditta. Una situazione decisamente anomala, che però potrebbe avere sbocchi positivi e a breve scadenza, almeno secondo la proprietà della Lgs, che ha replicato spiegando i termini della questione.
Ma andiamo con ordine. Ieri mattina, davanti ai cancelli della Mignini a Petrignano d’Assisi, si sono ritrovati i 21 lavoratori della Lgs, che insieme al segretario provinciale della Cgil, Mario Bravi, hanno protestato e chiesto alla proprietà un incontro con la direzione aziendale per capire i possibili margini di trattativa, soprattutto per quanto riguarda i termini occupazionali della questione. Bandiere sventolate, fischietti ed un presidio che si è protratto per tutta la mattinata, ma la genesi della vertenza inizia mesi orsono.
La Lgs infatti è fallita nel novembre scorso ed ora la stessa è gestita dal curatore fallimentare, che starebbe chiudendo gli inventari dei mezzi di proprietà della Lgs e che venivano utilizzati per il trasporto delle merci della Mignini.
Questo almeno è quello che sostengono gli stessi lavoratori: “Il curatore non ha bloccato i mezzi, quindi possiamo lavorare, ma evidentemente la Mignini ha bloccato le commesse e noi siamo fermi – hanno spiegato i lavoratori fuori dallo stabilimento – siamo senza stipendio da febbraio e da quella data ci hanno lasciato senza lavoro”. A questo si aggiungono le parole del segretario provinciale della Cgil, Mario Bravi: “la produzione alla Mignini prosegue, questo significa che ci sono commesse ed ordini da spedire, ma si preferisce sfruttare dei padroncini, pagati di meno e che non offrono garanzie e sicurezza. Il lavoro c’è, le commesse della Mignini pure, chiediamo al più presto il ripristino di lavoratori della Lgs e ricreare una situazione di trasparenza in tutta la gestione di questa fase”. Fase dai contorni dilatati, “è una situazione paradossale per cui la Mignini è sia il so-cio che il committente della Lgs.


Finora però non è arrivata nessuna assicurazione sul futuro dei lavoratori che non lavorano da due mesi e sono senza stipendio”, ha concluso Bravi. Qualche chiarimento è arrivato però dalla proprietà della Lgs, che sempre nella giornata di ieri ha spiegato come tutta la vicenda sia in mano al curatore fallimentare che, a quanto pare, ha bloccato le macchine per il trasporto in attesa degli inventari, macchine che potrebbero quindi essere addirittura vendute.
Ma la dirigenza della Lgs ha voluto anche tranquillizzare i lavoratori, “stiamo discutendo intorno alle possibili soluzioni per le maestranze, la scelta è tra la cassa integrazione straordinaria e la mobilità, una scelta che sarà presa a breve”.

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