Bastia

Bastia, per il Tar si può demolire la vecchia struttura Petrini-Mignini

IL CASO

BASTIA UMBRA Una sentenza destinata a fare giurisprudenza quella del Tar dell’Umbria, che ha accolto il ricorso del Comune di Bastia Umbra contro il vincolo di interesse culturale sull’area Petrini-Mignini. Il provvedimento, impugnato anche dalla proprietà, è stato annullato in quanto ritenuto non adeguatamente motivato e privo di fondamenti oggettivi, come richiesto dalla normativa in materia di tutela dei beni culturali. Il Tar ha stabilito che l’atto di vincolo, basato su riferimenti generici e non su specifici fatti storici, non rispondeva ai requisiti di legge. La presenza dell’area nel “Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento della Regione Umbria” non poteva giustificare da sola l’apposizione del vincolo, ma avrebbe dovuto costituire un punto di partenza per ulteriori approfondimenti da parte della Soprintendenza. Il Comune di Bastia Umbra, sostenuto dalla maggioranza di centrodestra, aveva presentato ricorso contro il vincolo a novembre 2023, ritenendo che questo avrebbe bloccato lo sviluppo di un’area ritenuta strategica per il rilancio urbano. La sentenza del Tar sembrerebbe dunque confermare la validità delle argomentazioni del Comune, che aveva già evidenziato l’incongruenza del vincolo con un precedente parere della Soprintendenza. Nel 2018, infatti, la stessa Soprintendenza aveva escluso che il complesso industriale potesse essere considerato un elemento simbolico, sottolineando invece l’opportunità di riqualificare l’area attraverso la rimozione di strutture dall’eccessivo impatto paesaggistico. Con l’annullamento del vincolo, l’area che collega il parco fluviale al centro e alla piazza del Mercato potrà essere rigenerata. «L’attuale maggioranza che in passato si era opposta al ricorso – dichiara l’ex vicesindaco Francesco Fratellini – è ora chiamata a collaborare con la proprietà e gli enti competenti per individuare soluzioni condivise e realizzabili, che rispettino i diritti di tutti e promuovano lo sviluppo urbano della città». Per Fratellini, che all’epoca dell’apposizione del vincolo oltre ad esser vicesindaco era anche assessore comunale all’Assetto del territorio, è un’occasione da non perdere: «L’auspicio è che l’attuale amministrazione abbandoni posizioni ideologiche presenti nel documento che depositò per giustificare il voto contrario al ricorso e affronti la questione con spirito di collaborazione, insieme ai soggetti preposti, alla redazione del necessario Paim, che preveda interventi realizzabili, sostenibili economicamente e con un timing certo, nell’interesse superiore della città da conciliare con i diritti di tutti». Resta la possibilità che la Soprintendenza faccia ricorso al Consiglio di Stato, ma Fratellini caldeggia una soluzione che eviti ulteriori blocchi allo sviluppo di Bastia: «La sentenza del Tar ha rimosso un ostacolo significativo e apre la strada a un progetto di rigenerazione urbana che potrebbe trasformare l’area Petrini-Mignini».M.Cam.

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