LARGO AI GIOVANI
La decisione del primo cittadino presa per disinnescare vecchi rancori?
NON ERA scontata la rinuncia a ricandidarsi del sindaco Francesco Lombardi, che invece ha voluto uscire di scena negandosi la possibilità di completare la sua esperienza con il secondo mandato amministrativo, come avevano fatto i suoi predecessori, prima Brozzi e poi Bogliari. Dopo alcuni tentennamenti Lombardi ha affidato la decisione ad una lunga nota di proprio pugno in cui evidenziava alcuni aspetti: la difficoltà di guidare la città in profonda trasformazione, la litigiosità nella giunta (con diversi rimpasti), lo sgretolamento della maggioranza che può far conto in Consiglio comunale solo sul sostegno del Pd, ma senza la Margherita e il PdCi. Per indorare la pillola il sindaco ha evocato nuovi scenari dicendosi certo che, come nelle imprese, per il successo è necessario aprire alle nuove generazioni, ritenendo scontato che la sua (anni 40 e 50) sia ormai fuori causa. Ha voluto anche indicare il percorso per scegliere il candidato sindaco della sinistra tra le «forze più fresche cresciute nella Giunta, nel Consiglio, ma anche fuori dalle Istituzioni». Ponendo la condizione che la scelta della persona sia subordinata alle ‘primarie’. L’impressione è che Lombardi sia stato lasciato solo soprattutto dai partiti: contraria la Margherita e gelido il PdCi, passati all’opposizione, tiepido anche il Pd. La scelta di farsi da parte appare motivata dalla volontà di togliere argomenti alla «vecchia guardia» Ds, contro la quale nel 2004 proprio Lombardi fu scelto dal gruppo dirigente della Quercia. Su un solo punto i partiti della sinistra sembrano concordare: le scelte del candidato sindaco dovranno essere i politici bastioli a farle, senza i consueti condizionamenti dei vertici perugini.
m.s.
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