Bastia

«Bastia mi ha aiutato Ora il calvario è finito»

L’infortunio, la scelta di Torgiano e il gol da tre punti: Polchi si racconta
“Non segnavo da un anno Ho esultato come un pazzo” 



Tommaso Ricci


PERUGIA – I calciatori quelli veri, in Eccellenza, si riconoscono distanti un miglio. Primo: non hanno le meches ai capelli. Il più delle volte nemmeno tatuaggi che spuntano dai calzettoni e – conditio sine qua non – portano le maniche rimboccate fin sopra al gomito. Il calcio dilettantistico fatto bene è sostanza più che forma, è impegno soprattutto. Nessuna concessione ai dettagli, al superfluo, c’è da giocare e divertirsi. Punto. Basta arrivare a Bastia per rendersene conto, stare a bordo campo e veder giocare Valerio Polchi: denti stretti, maglia quasi mai pulita, a prenderne e a darne. Qualche, volta, poi, ci scappa anche il gol. “Che emozione segnare al novantesimo e regalare i tre punti alla mia squadra – dice Valerio Polchi e gli occhi ancora gli brillano -. Far gol al Montecchio in quel momento e in una partita per giunta durissima è stato un sogno; è per questo che ho corso come un pazzo sotto la tribuna a festeggiare con i Mad Boys. Ero alle stelle, tanto che poi non ce la facevo nemmeno a tornare in campo e avrei chiesto volentieri la sostituzione se avessi potuto”. Mette il ghiaccio dove gli fa
male, Valerio. “Che bel lunedì – scherza -, il mio giorno libero lo passo a cercare di assorbire tutte le botte che ho preso… E’ stata una battaglia vera contro il Montecchio in novanta minuti bruttini nei quali non si è visto tanto buon calcio. D’ora in poi comunque sarà sempre così, lo spettacolo non viene più in secondo piano, ma forse in quarto, in quinto. Adesso si devono far punti e basta, ìl resto conta poco o niente. Ci sarà vera bagarre per evitare i play out”. Gol, vittorie, pagelle benevole e successi personali fanno piacere, ma Polchi non dimentica i momenti in cui non solo non arrivavano le vittorie, ma vedeva i compagni perdere. “Dal febbraio del 2007 è iniziato per me un periodo sicuramente non felice – spiega il difensore di Selci Lama -. Ero a Castel Rigone e mi sono dovuto operare al ginocchio destro.

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