Bastia

Bastia, l’attività comunale è ferma

Tabarrini: “L’assemblea municipale non si riunisce ormai da più di un mese”


Consiglieri:
Per il presidente si stanno sentendo legittimati dal ruolo


Allargamento
Non ci sarà nel rimpasto un nuovo assessore in quota al Prc


Atti:
Da quando non ci sono più riunioni mancano anche gli atti e le decisioni


Deleghe
Da rivedere soprattutto le deleghe dei vari assessorati bastioli


Il presidente del consiglio invita il sindaco a chiudere in fretta la verifica di maggioranza


MASSIMILIANO CAMILLETTI


BASTIA UMBRA – “La verifica di maggioranza aperta dal sindaco ormai da qualche settimana va chiusa in fretta pena la paralisi totale dell’azione amministrativa”. Il presidente del consiglio comunale Andrea Tabarrini lancia il grido dall’allarme nella speranza di favorire il superamento dell’attuale stato d’impasse: “E ormai un mese che il consiglio comunale non si riunisce e non produce atti, prima lo faceva con cadenza quasi settimanale. Dopo l’apertura della verifica, la macchina amministrativa si è praticamente fermata: gli amministratori si sentono delegittimati, i partiti di maggioranza si sono irrigiditi nelle loro posizioni e il sindaco è assorbito dalla ricerca di una soluzione. La conseguenza è che non arrivano più pratiche da discutere in consiglio. E’ necessario che il sindaco chiuda in fretta la verifica, in un modo o nell’altro”.
Ovvero scegliendo la via del rimpasto o lasciando inalterati gli assetti di giunta. Verso la prima soluzione spingono Ds e Sdi che hanno ratificato la decisione di rimettere al sindaco le deleghe di Belli (Cultura), Criscuolo (Lavori Pubblici), Repice (Commercio) e Tardioli (Innovazione tecnologica). Verso la seconda la Margherita che invece non intende arretrare di un centimetro e blinda i propri rappresentanti in giunta: Antonini (Servizi sociali) e Silvestri (Urbanistica). In un caso o nell’atro rimarranno inalterati i rapporti di forza tra i partiti: tre assessori sotto la Quercia, due in quota Dl, uno al Pdci e uno allo Sdi. Il rimpasto servirebbe invece a cambiare le pedine alla guida di alcuni assessorati nella speranza che questo possa ridare slancio all’azione amministrativa magari anche passando per una riorganizzazione delle deleghe da attribuire a ciascun assessore. Si pensi ad esempio che oggi l’assessorato ai Lavori pubblici non ha competenza in materia di manutenzione del verde che fa capo invece al Bilancio. Piccole storture che intralciano l’azione quotidiana degli amministratori e che per questo andrebbero corrette. Non ci sarà invece, come insinua la Margherita, un allargamento dell’esecutivo a Rifondazione comunista oggi all’opposizione. Insinuazione che nasce all’indomani della pubblica sortita del capogruppo del Prc Luigino Ciotti in difesa del “nuovo corso” dei Ds in materia urbanistica. “La sua uscita – afferma il coordinatore comunale della Margherita Antonio De Martiis – appare stravagante se non sospetta dal momento che giunge proprio in questo particolare momento politico in cui si ipotizzano nuovi ingressi in giunta. E’ particolarmente grave inoltre che riferendosi alla Margherita parli di subalternità ai poteri forti e di aumenti indiscriminati di cubature senza portare a sostegno di queste fantasiose teorie un solo fatto concreto. Ancor più allarmante – prosegue – è il riferimento a pranzi di lavoro “ufficiali” con l’impresa che opera nell’area ex Deltafina, avvenuti alla presenza del sindaco, di tecnici comunali e di quelli della proprietà, mentre nessun sconcerto destano in Ciotti cene “ufficiose” svoltesi molto tempo prima tra lo stesso imprenditore e alcuni esponenti ds. Ricordo anche che le varianti normative relative agli insediamenti zootecnici e alle zone B (cui Ciotti fa riferimento per spiegare il nuovo corso della Quercia) non sono il frutto della volontà espressa dai Ds, ma di proposte presentate dall’intera maggioranza. Infine – conclu-
de l’esponente dl – la modifica del ruolo del coordinatore del piano regolatore, annunciata dal sindaco e legata a problemi personali del tecnico, appare come un ingenuo tentativo di  strumentalizzazione da parte di Ciotti”.
 

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