LA ROTTURA «targata» Margherita e aperta nel dicembre scorso con l’uscita dalla maggioranza di centrosinistra, dopo il licenziamento dell’assessore all’Urbanistica, è una ferita ancora aperta. Oggi l’onorevole Gianpiero Bocci sarà a Bastia per la campagna elettorale del Pd, ma anche per tentare di dirimere la matassa aggrovigliata che vede la «sopravvissuta» Margherita opporsi all’amministrazione comunale. Il direttivo dei ‘rutelliani’, nell’annunciare l’incontro con Bocci, riparla di «egemonia Ds» dietro al locale neonato Pd che farebbe da paravento alle strategie di pochi esponenti, tutti dell’ex Quercia, i quali ‘controllerebbero’ anche il sindaco Lombardi. Il primo cittadino, rompendo un lungo silenzio sulla questione, risponde «al cosiddetto ‘gruppo dirigente’ della Margherita, simbolo importante, ma che ormai appartiene al passato». «Ripetere la storiella dell’egemonia Ds — sottolinea Lombardi — è l’espressione di una incapacità a stare dentro un processo politico nuovo nel quale la politica si riappropria della funzione di indirizzo e di servizio». Ed aggiunge: «L’amministrazione comunale sta interpretando la cultura del fare in un quadro di condivisione unitario e collegiale». Per concludere poi che «occorre un atteggiamento nel quale prevalga responsabilità, disinteresse ed equilibrio, che è ciò che ci chiedono cittadini, imprenditori e tecnici». Fin qui le polemiche nel centrosinistra. Ieri Forza Italia, con il capogruppo Masci, tornava ad attaccare il sindaco sulla manovra finanziaria e sulla decisione di rimandare il Consiglio comunale ‘sine die’. E parlava di «comunisti mascherati da Pd» convergendo, almeno su questo, con le tesi dei dirigenti della Margherita.
m.s.

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