La tragedia sul Rato è il dramma di brillanti menti spezzate. Nicola Biancoforti, Ingegnere, ha visto morire davanti ai suoi occhi genitori
Resta grave la giovane rumena
Disposta l’autopsia sulle tre vittime
Il dolore di familiari e amici del professor Lunghi: una fonte inesauribile di idee
TERNI – Sono ancora molto gravi, ma stazionarie, le condizioni di Ramona Staicu, la 28enne rumena tra i sopravvisuti – insieme ad altri quattro – al tragico scontro sul raccordo Terni-Orte avvenuto venerdì mattina nei pressi dello svincolo di San Liberato e che ha causato la morte di tre persone. E’ stata la sua auto, una Y10 su cui si trovava insieme al professore universitario di Bastia Umbra deceduto, Piero Lunghi, a innescare lo spaventoso incidente dopo aver urtato un guard rail ed essere schizzata sull’altra corsia attraverso l’unico – maledetto – punto in cui lo spartitraffico centrale si interrompe per qualche metro. La donna, ingegnere – ricoverata in prognosi riservata all’ospedale “Santa Maria” di Terni – è assegnista di ricerca dell’Università degli studi di Perugia e assisteva il professor Lunghi. Insieme si stavano dirigendo verso Roma dove avrebbero dovuto partecipare a una riunione organizzativa per la conferenza internazionale sulle celle a combustibile in programma per il mese di dicembre. Lunghi, 35 anni, era un brillante e apprezzato docente della facoltà di Ingegneria dell’università di Perugia, direttore del Master Internazionale in innovazione e gestione d’azienda e promotore di numerosi progetti di ricerca su celle a combustibile e sistemi innovativi di gestione d’impresa.
“Una mente geniale, una fonte inesauribile di idee”, lo ricordano ora con le lacrime agli occhi i familiari, gli amici e gli studenti del giovane professore di Bastia, molto conosciuto e stimato anche nella sua città. Un destino beffardo ha voluto che l’auto su cui si trovavano Lunghi e la Staicu si schiantasse contro un’altra vettura su cui viaggiava un altro giovane ingegnere 34enne di Catania, Nicola Branciforti, che è uscito vivo dall’incidente ma ha visto morire di fronte ai suoi occhi il padre di 84 anni, Francesco Branciforti, e la madre, Rita Fasanaro, di 68 anni. I due erano saliti dalla Sicilia per venire a trovare il figlio, ingegnere aereo-nautico a Pisa ma che, per motivi di lavoro, spesso si recava a Terni. Nicola Branciforti è ancora ricoverato all’ospedale di Narni anche se le sue condizioni fisiche non destano preoccupazioni. Era uscito con le proprie gambe dalle lamiere contorte dell’auto, un’Alfa 156, in cui hanno trovato la morte i genitori. Ricoverate a Narni, ma solo per accertamenti, anche le tre donne originarie di Salerno, che sono riuscite a evitare l’impatto con le due auto che si sono scontrate frontalmente. Le salme delle tre persone morte – Piero Lunghi, Francesco Brancoforti e Rita Fasanaro – sono ancora a disposizione del sostituto procuratore che si occupa delle indagini, la dottoressa Barbara Mazzullo, e che ha disposto l’esame autoptico sui corpi. I funerali, quindi, dovrebbero slittare a metà della prossima settimana. Dall’autopsia si attendono praticamente solo conferme, considerato che la dinamica – al vaglio della polizia stradale di Terni – sembra piuttosto chiara. Resta tuttavia da capire la causa che ha fatto improvvisamente sbandare la Y10 guidata dalla giovane rumena. Si pensa a una drammatica distrazione, ma sarà soltanto lei – se e quando sarà in grado – a poter fornire spiegazioni.
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