UN SEGNO dei tempi che cambiano e velocemente viene dalla diversa distribuzione della ricchezza in Umbria. Piuttosto eclatante il caso di Bastia — secondo i dati delle dichiarazioni Irpef — che perde posizioni rispetto ai Comuni capoluogo di provincia, ma anche nei confronti di Foligno, Orvieto, Todi, Spoleto e Gubbio, mentre è di poco superiore ad Assisi. Il reddito medio annuo pro capite di Bastia è di 18.175 euro, a Perugia arriva a 21.938. Tramonta così la fama secondo la quale Bastia, per molti, è stata per anni sinonimo di ricchezza. «Una situazione, questa — rileva il sindaco Lombardi (nella foto) — non nuova e ancor meno sorprendente. La realtà è che i profondi cambiamenti si sono fatti sentire sul nostro territorio anche in forma pesante. Resta tuttavia la grande dinamicità e capacità imprenditoriale dei bastioli, che ci fa sperare».


LOMBARDI si riferisce a crisi aziendali legate alle difficoltà dell’economia nazionale in determinati settori, in particolare tessile e agroalimentare. Sono ancora pesanti gli effetti sull’occupazione e sull’economia locale del ridimensionamento della Petrini, con il trasferimento della «Spigadoro» a Foligno, della chiusura del maglificio «Hemmond», del forte colpo subito dalle «Officine meccaniche Franchi». «Segnali negativi anche in questi giorni — ricorda il sindaco — per un’azienda vitale come la ‘Trilly Confezioni’, dove lavoravano oltre 50 dipendenti».


«MA CI SONO altri segnali incoraggianti, quali la nascita di nuove imprese e soprattutto la disponibilità di molti giovani bastioli a mettersi in gioco, rinunciando al miraggio del posto fisso».
m.s.

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