Bastia

Bastia, che sfida con San Giovanni Valdarno

SERIE D- Sabato alle 17 tuffo nella storia per la prima di Coppa. Quanti aneddotti in Umbria…

BASTIA UMBRA – Visto il prestigio e la storia calcistica della città di San GiovanniValdarno,il Bastia, sabato alle 17, sarà costretto ad indossare i panni della festa, ospitando per la prima di Coppa la compagine allenata da Benedetti.L’attuale società è nata dalle ceneri della gloriosa Sangiovannese un autentico squadrone molto temuto e rispettato dall’elite di quei tempi in Umbria: Città di Castello,Gubbio,Foligno e l’Angelana tutte inserite nello stesso girone di Quarta Serie. Indimenticabili per i tifosi tifernati le sfide con la Sangiovannese di Kostener e Ceccotti, mentre nel Castello, figuravano gente del calibro di Manbrini, Scaia, Barboni,Stoppa e un giovane difensore eclettico, tale Antonio Ceccarini che insieme a un altrettanto giovane manager Silvano Ramaccioni, fecero poi,la fortuna del grande Perugia di Castagner. Come indelebili ancora oggi i ricordi dei tifosi eugubini che nel catino del vecchio San Benedetto: la loro squadra allenata da‘Pagnottina’ Agostinelli quasi sempre rimandava battuta nel Valdarno lo squadrone azzurro.Anche il Foligno di Corelli,ebbe il suo momento di gloria con la Sangiovannese che al Comunale si presentò nella duplice veste di capolista e imbattuta. I goldi Montioni e di Poli, ribaltarono il risultato in favore dei toscani infliggendo loro la prima e unica sconfitta stagionale. Al termine del campionato però,giustamente la Sangiovannese salì in serie C.Anche l’Angelana, ha legato una parte significante della sua storia alla Sangiovannese. La partita di andata in terra toscana fu una vera ‘caporetto’ per i colori giallorossi sconfitti pesantemente per 5-1. In quella partita fece il suo esordio il giovane Angelo Marchetti una vera bandiera ancora oggi del calcio angelano. Quel pesante risultato finale, indusse la società presieduta da Antonio Linguaglossa a sollevare dall’incarico l’allenatore Piero Fiorindi. Al suo posto venne chiamato uno dei tre famosi ‘Angeli dalla faccia sporca’: Antonio Angelillo. Il calcio sotto il cupolone del Vignola decollò definitivamente diventando per molti anni un punto di riferimento delle prestigiose testate nazionali.
Leonello Carloni

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