Cancellato un pezzo di storia


BASTIA UMBRA –La città e più in generale la regione in “lutto” per la perdita dell’Eden Rock, con la sua piscina simbolo dello sviluppo economico degli anni Sessanta. Al suo posto sorgerà un complesso residenziale e commerciale.


Al suo posto sorgerà un complesso residenziale e commerciale


L’Eden Rock chiude i battenti


Era il simbolo dello sviluppo economico del ’60
La piscina abbattuta dai colpi delle ruspe



BASTIA UMBRA – Piscina all’aperto, locale di ritrovo per tutti i giovani del comprensorio, ma anche testimonianza di scelte edili (e sociali) della Bastia dello sviluppo economico industriale degli anni Sessanta. Tutto questo era “Eden Rock”, impianto che da decenni disegna il profilo urbano della città. La piscina sta gia crollando sotto il lavoro delle ruspe. Al suo posto, sorgerà un complesso residenziale e commerciale. Ma non tutti sono concordi nel far passare sotto silenzio una scelta urbanistica così importante. “Il Paradiso del Rock’ era uno dei luoghi che, appena nominato, richiamava il nome della città di Bastia Umbra in tutta la regione e oltre”, spiega Francesco Fratellini, coordinatore di Forza Italia nel comune bastiolo, “la piscina venne aperta al pubblico nel 1966. All’epoca ce ne erano pochissime al di fuori delle grandi città. Dalla sua apertura, il locale, risultava essere il più “in” dell’Umbria.
Ebbene, di tutto questo presto non si avrà più traccia. E’ in corso l’eliminazione di un altro pezzo di storia della nostra città”. La piscina nacque in quella che è conosciuta come “area Giontella”, “una città nella città, con viali alberati di grandi dimensioni ispirati alla zona romana dell’Eur e che ancora oggi sono l’esempio di una filosofia urbanistica, colpevolmente abbandonata, fatta di ampi spazi e viabilità senza problemi”, racconta il coordinatore azzurro. Col tempo, nel cuore dell’area la piscina privata della famiglia Giontella passò di mano in mano, fino a diventare impianto pubblico. Col tempo, la piscina è stata circondata da edifici nuovi: “Sono le esse che hanno invaso la piscina e non viceversa. E questa è una colpa grave della politica che non ha saputo coniugare l’esistente con lo sviluppo”, afferma Fratellini, “le case ad ogni costo, oggi ci costringono a veder cancellato un luogo che per tanti anni ha rappresentato l’unica oasi di frescura durante le estati. Non so se gli abitanti che per anni hanno protestato per i disagi dovuti al rumore della musica e del traffico notturno, oggi e in futuro, vedranno risolto il problema o se lo stesso è spostato solo di qualche centinaio di metri e si sommerà a quello della mancanza di un ampia zona verde sostituita da una concentrazione di cemento, attivita commerciali e di traffico”. Insomma, nonostante i sacrosanti diritti degli investitori immobiliari, forse si poteva fare qualcosa per salvare quella che, secondo Fratellini, è “una delle poche macchie di verde nel nostro tessuto urbano. Qualcuno sicuramente ha la responsabilità di non aver amministrato riuscendo a coniugare il progresso con la tutela e la conservazione dei segni di un passato che ha contribuito a formare la società bastiola di oggi. Il risultato è che oggi, quasi tutti i bastioli si chiedono come sia possibile, perché nessuno ha fatto nulla, come si possa radere al suolo una zona così bella e ricca di ricordi. Troppo tardi per le domande e le recriminazioni, bisognava pensarci prima che le ruspe entrassero in azione”.


Valentina Antonelli

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