Tra il segretario umbro Vinti e il presidente deI consiglio regionale è scontro: Tippolotti: “Pressioni inutili’
Nel Pd risolto il dossier Foligno, restano sul tavolo i nodi di Spoleto, Gualdo e Bastia
PIERPAOLO BURATTINI
PERUGIA – Ieri mattina al secondo piano di palazzo Cesaroni la lettura dei giornali più che indigesta è risultata amara. Il presidente del Consiglio regionale Mauro Tippolotti si aspettava una reazione da parte dei vertici del suo partito, ma è rimasto sorpreso dalla veemenza. Che tra lui e Rifondazione di marca “ferreriana” le strade dovessero dividersi era noto ma il fuoco di fila aperto su lui e Lupini da parte del segretario regionale lo ha sorpreso spiacevolmente. “Se pensano di dettarmi la agenda si sbagliano di grosso e per quanto riguarda il mio ruolo istituzionale qualcuno si dimentica che ad eleggermi è stato il Consiglio”, ha confidato il presidente ha più di un collaboratore. Ma è chiaro che ormai siamo all’ultimo chilometro e molto probabilmente ai primi di gennaio, il 25 di questo mese la componente “vendoliana” si riunirà a Chianciano per decidere il da farsi, Tippolotti e Lupini tireranno il dado e prenderanno una decisione. Ovvero andarsene nel gruppo misto, almeno per il momento. Quanto alle minacce lanciate da Vinti circa un sotterraneo interesse del Pd nello sponsorizzare l’intera operazione, nei democratici al momento nessuno fa trapelare particolare interesse. Ma è chiaro che la vicenda, per la ricaduta sugli equilibri dell’intera maggioranza di palazzo Cesaroni, verrà quanto prima affrontata ufficialmente. Il nodo non può essere scantonato.
Ma è altrettanto chiaro che da qui in avanti Rifondazione, almeno così si ragiona in certi ambienti democratici, non può pensare di andare avanti a forza di strappi. L’idea di una coalizione ampia da mettere in pie-di in vista delle amministrative è un caposaldo della strategia del segretario Stramaccioni e della maggioranza del gruppo dirigente, ma quasi nessuno ha voglia di farsi forzare la mano e concedere troppo visibilità all’alleato inquieto.
Le possibilità di un accordo tra Pd e Rifondazione si giocano su un filo molto sottile. E le dimissioni da capogruppo a palazzo dei Priori di Maria Rita Manfroni e l’uscita imminente di Tippolotti e Lupini, non mettono l’intero partito di certo in una posizione di forza.
CASA PD – La strategia della “riduzione del danno” imboccata con decisione e una certa scaltrezza dalla squadra Stramaccioni (Fancelli-Manini-Mignini) comincia a produrre qualche risultato: andare a mettere le mani nel “vespaio” Foligno e dividere la coppia Riommi-Mismetti non era facile. Alla fine l’impresa è riuscita e in pista per la candidatura a sindaco è rimasto il gioviale Mismetti. Ma i fronti aperti rimangono molti, e al di là di certe intemperanze locali vedi Marsciano, le partite decisive sono quelle che si giocheranno a Gualdo Tadino, Spoleto e Bastia (dove nel Pd ci vorrebbe una tregua di almeno trentasei ore). Fronti aperti che destano molta preoccupazione.
Nel primo caso cercando un aggancio con i centristi dell’Udc (anche se qualcuno in casa Pd benedice a parole il probabile incontro e poi di fatto pasticcia nella pratica) che hanno messo in campo l’ex senatrice Monacelli nel secondo caso la vicenda è se e possibile ancora più complicata.
In campo ci sono il vice sindaco ex margherita Daniele Benedetti e il consigliere regionale ex diesse Giancarlo Cintioli: qui non solo si tratta di dividere i contraenti, ma anche di tenere conto di alcuni equilibri interni al Pd. L’amalgama tra ex diessini ed ex margherita passa anche da qui e il realismo alla fine potrebbe far propendere per scelte magari impopolari sul momento, ma lungimiranti dal punto di vista della tenuta generale.
REBUS PROVINCIA – Caso a parte quello della Provincia Perugia: i pretendenti in campo sono il consigliere regionale Franco Tomassoni, l’assessore comunale Marco Guasticchi e quello provinciale Sauro Cristofani. Per candidarsi alle primarie di coalizione c’è tempo fino al sei febbraio. Ma prima di mettere mano al dossier Provincia, la squadra Stramaccioni vuole arrivare a un quadro definito delle candidature nella maggioranza dei Comuni. A Perugia, intanto, Wladimiro Boccali sta per affrontare le spine pungenti di una parte degli alleati. Rifondazione in testa a tutti.
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