Bastia

Avanti Popolo, alla riscossione

E IN CAMBIO NON CI DANNO NULLA


di VITTORIO FELTRI


Il titolone di Libero è copiato da un numero di alcuni giorni fa di “Italia oggi”, avanti popolo, alla riscossione. Riflette lo spirito del governo e di questa sinistra sgangherata che si rimangia tutti i giuramenti fatti in campagna elettorale. Prodi sul finire dell’inverno e all’inizio della primavera si impegnò solennemente: a differenza di quanto vanno cianciando i nostri avversari, noi dell’Unione non ci sogniamo neppure di aumentare le tasse; semmai le faremo pagare a chi non le ha mai pagate. Applausi. Idem Massimo D’Alema: i cittadini non scuciranno una lira in più; semmai una in meno. Ovazioni. Rutelli: ci attribuiscono intenzioni che non abbiamo mai avuto; non metteremo mano alla leva fiscale. Tripudio. Si sono dati da soli la patente dei bugiardi. La Finanziaria di cui abbiamo abbondantemente parlato ieri non solo alza le aliquote dell’Irpef di vari punti; non solo prevede la revisione degli estimi catastali, il che introduce una vera e propria patrimoniale sulla casa; ma rispolvera e inasprisce l’odiosa tassa di successione abolita cinque anni fa da Silvio Berlusconi con grande sollievo degli italiani. Marcia indietro. Si torna a pagare su quanto ti lasciano mamma e papà quando crepano; su quanto essi – di norma immobili, casette, piccoli appartamenti – hanno acquistato con i risparmi sui quali si era già abbattuta la falce fiscale. Pazzesco, a ben pensarci. Se non sei proprio sfigato al massimo, sul tuo stipendio di 75 mila euro l’anno paghi il 43 per cento di tasse. Con quanto avanza devi fronteggiare: 1) bollette della luce e del gas; 2) spese di riscaldamento, portierato, varie e eventuali; 3) vitto; 4) vestiti per te e la tribù: moglie, figli; 5) telefono fisso e telefonini; 6) automobili e motorini, biciclette; 7) tasse scolastiche, libri, quaderni, cancelleria, mancette ai ragazzi; 8) generi voluttuari: pizze, cinema, discoteche, sigarette, birre e cochecole. Mi fermo perché rimane giustappunto quanto serve per una striminzita vacanzina a Viserbella. L’unica cosa su cui ho sorvolato è la casa. Chi la compra salda le rate del mutuo, che non sono uno scherzo; oppure gli tocca l’affitto. In ogni caso, giova ricordare che su ogni euro che l’italiano medio spende per campare ha versato alla fonte circa 50 centesimi; poiché su qualsiasi bene che acquista, sborsa altre tasse, per esempio l’Iva, o altre imposte indirette come avviene per la benzina, va da sé che alla fine due terzi (almeno) del suo reddito vanno all’erario e solo un terzo è effettivamente suo. Ciò non bastasse, quando tira le cuoia e lascia quattro carabattole alla moglie e ai figli, questi per poterne godere sono costretti a sganciare altro denaro. È la tassa di successione, che prima non c’era e adesso c’è. Scoppia maledetto Schioppa. Il fisco colpisce a tradimento in ogni Paese europeo e non soltanto europeo e sarebbe sciocco dolersene più di tanto. Abbiamo però una obiezione da porre ai simpatici governanti. Tutto il grano che vi diamo, s’è visto come, dove cavolo va a finire, come lo spendete brutte bestiacce? Le autostrade sono quelle del 1960, insufficienti; i treni sono quelli del Duce ma a differenza di quelli non arrivano in orario. Le scuole sono stipendifici per disoccupati presunti intellettuali. La sanità la conosciamo. Quindi? Buttate via chissà quanti quattrini. Ed è ovvio che parecchia gente cerchi di evadere o almeno di eludere. Sborsare in cambio di qualcosa ha un senso; in cambio di quasi niente, scoccia. A questo punto crediamo lecito chiedere a Prodi, D’Alema, Rutelli e compagnucci: siete solo bugiardi o anche truffatori?

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