Finestra sull’arte sacra Un simbolo che sa di cielo Settanta espositori con oggetti tradizionali e moderni ARTE SACRA, oggetti simbolo di spiritualità, una rassegna davvero unica, primo passo per iniziative destinate a prolungarsi. Settanta espositori di quasi tutte le regioni, un successo che neanche gli organizzatori di Akantho col presidente Luigi Minucci si attendevano, tant’è che sono state respingere in extremis una ventina di domande. Al Monte Frumentario, che fino a ieri ha ospitato «I colori di Giotto», tavolozza ricreata negli affreschi della basilica francescana, va in scena dal 7 al 10 ottobre una rassegna espositiva di alto artigianato che fa vedere quanto di meglio e di elevato il settore propone. Il catalogo è fitto: in visione sculture lignee e di marmo, arredi, mosaici, vetrate, pitture, icone, argenti, paramenti, addirittura campane, orologi, ceramiche, impianti di illuminazione, ricami e tessiture. La Caprai, ad esempio, porterà un merletto a grandezza naturale, tre metri per tre, del rosone del San Feliciano di Foligno più altre tredici realizzazioni delle chiese più notevoli del territorio, da Perugia a Spoleto, da Assisi e Gualdo. Il proposito — sottolinea Federico Fioravanti — è di allargare il richiamo a tutte le religioni, nello spirito della città Serafica. I numeri confortano questa impresa: di 800 milioni di turisti nel mondo, 350 milioni sono legati al sacro, di cui 40 milioni in Italia. La crescita annua è notevole: un più 20% di presenze religiose. Dati che fanno riflettere e la mostra si pone a suggello di un’onda crescente che ad Assisi raggiunge i sei milioni di pellegrini annui. Lo rimarca il sindaco Claudio Ricci: l’iniziativa rappresenta un modello autentico di sviluppo, un valore specifico del territorio, un veicolo privilegiato. Aumenta il mercato dei piccoli convegni o appuntamenti di grande qualità come questo e il Monte Frumentario è il luogo adatto, giustissimo. Dal 19 al 22 novembre ospiterà la borsa del turismo relativa al patrimonio mondiale dell’Unesco, a maggio 2011 la seconda parte dedicata a Giotto. Il direttore regionale dei beni culturali Francesco Scoppola ha ricordato che tutte le arti vanno guardate, difese, restaurate ma anche ripetute. L’arte religiosa è memoria del bene e il concetto va allargato alla sacralità della natura, dell’ambiente, del paesaggio. Uno spunto per il convegno di venerdì nella sala della Conciliazione e per il concerto di sabato nella chiesa di San Gregorio Magno a favore dell’Istituto Serafico. A proposito. la rassegna ospiterà anche trenta quadri dei ragazzi ospiti. Realizzazioni da applausi, ha detto col sorriso l’educatrice Silvia Ilicini.
mimmo coletti
Nazione-2010-10-02-Pag12