Assisi: da Santa Chiara fino all’ospedale. Raccolta-firme davanti al Municipio
In marcia per salvare il punto nascita — ASSISI — FESTA della Repubblica nel segno della mobilitazione della città per l’ospedale. Anche nella giornata di ieri sono state raccolte firme, in piazza del Comune, per difendere dalla chiusura il punto nascita e dare un futuro alla struttura ospedaliera di Assisi che da ‘culla dell’Umbria’ non vuol diventare la Cenerentola della sanità regionale.Amministratori e consiglieri municipale, rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo, hanno allestito il punto di raccolta di firme rimasto aperto sino al pomeriggio, fornendo informazioni sulla situazione che si è venuta a creare e spiegando i motivi della protesta. Nel pomeriggio si è svolta la sobria celebrazione in ricordo della festa della Repubblica seguita, al termine, dal corteo di protesta che, passando per Santa Chiara, si è poi diretto verso il locale ospedale, ennesima testimonianza della mobilitazione che sta dividendo il quadro politico locale.«IL PUNTO nascita ad Assisi non può essere chiuso per motivi di numeri visto che aveva 700 parti all’anno. Solo dopo che non è stato reintegrato il primario il numero è sceso a 400 e comunque rimane superiore ai punti nascita che vorrebbero mantenere. Inoltre bambini e bambine anche di nome Francesco e Chiara devono poter continuare a nascere ad Assisi», ripete il sindaco Claudio Ricci, che invita il Pd, se intende dare una mano, ad andare a parlare con gli esponenti della stessa area politica e referenti politici per convincerli a salvaguardare l’ospedale di Assisi.«SI VUOLE tagliare la spesa, ma io mi chiedo: perché dovrebbe pagarne il costo l’ospedale di Assisi? Non ha forse la più bassa percentuale di tagli cesarei? Forse questo non vuol dire contribuire a ridurre i costi? — dice Claudia Travicelli, rappresentante in Consiglio comunale dei Democratici e Popolari per Assisi —. Voglio ricordare che ci sono punti nascita della regione con meno di 500 parti all’anno; con il Piano di riordino del ministro Fazio, nel mirino della scure rientreranno, o dovrebbero rientrare, prima di Assisi, i punti nascita di Castiglione del Lago, Pantalla, Spoleto, Branca, Narni e Orvieto». «Un conto è chiudere l’ospedale, un conto è il punto nascita — ribatte Simone Pettirossi, capogruppo del Pd —. Non è per nulla detto che difendere un punto nascita che da anni è senza primario, che non ha la rianimazione, che è senza terapia intensiva neonatale, sia il modo migliore per sostenere tutto l’ospedale e tantomeno per difendere la salute dei cittadini. Bisogna iniziare a domandarci, seriamente, senza slogan, quali sono i servizi veramente irrinunciabili per l’ospedale Assisi e per i cittadini». Secondo il Pd occorre potenziare il pronto soccorso con personale e strumentazioni; attivare almeno una o due chirurgie specialistiche (pediatrica, ortopedica, oculistica); realizzare un’ampia piattaforma di servizi ambulatoriali, mantenendo gli esistenti (pediatria, ginecologia, otorino, urologia,) e introducendone di nuovi (oculistica, ortopedia).