Banditi in fuga con circa 2mila euro, ritrovata l’auto utilizzata per il colpo
BASTIA UMBRA – Intorno a mezzogiorno, ieri, nell’ufficio postale di Ospedalicchio, c’erano sei persone, tra dipendenti e clienti. I due rapinatori hanno fatto irruzione con il volto coperto da una calza di nylon, uno brandiva un taglierina, l’altro minacciava di tirare fuori la pistola che diceva di avere in tasca. Si sono fatti consegnare l’incasso e in pochi attimi sono fuggiti a piedi e poi a bordo di un’automobile.
Gli agenti del commissariato di Assisi e gli investigatori della squadra mobile hanno raccolto le testimonianze degli involontari testimoni della rapina e hanno iniziato le indagini. Arrivando ben presto a rintracciare la vettura usata per la fuga, un’utilitaria furgonata, rubata a Perugia nella notte.
La vettura era stata abbandonata nella zona industriale di Bastia Umbra. Da lì, con ogni probabilità, hanno proseguito la fuga a bordo di un’altra vettura, probabilmente “pulita” e lasciata in precedenza, oppure ad attenderli c’era un “autista”, pronto a mettere la banda sulla strada sicura per sfuggire al dispositivo anti rapina che viene disposto successivamente ai colpi e che prevede un “cinturamento” della zona dell’episodio che si allarga via via.
Il bottino messo insieme dai due rapinatori è di circa 2mila euro, agli esperti della polizia scientifica il compito di repertare eventuali tracce lasciate dai banditi nel rapidissimo blitz.
In ordine di tempo, l’ultimo colpo messo a segno in un ufficio postale, è quello che è stato compiuto a Ponte Felcino a metà novembre dello scorso anno. In quel caso i rapinatori tirarono fuori una pistola per “invitare” i dipendenti a consegnare loro il denaro, prima di fuggire in auto. Forse la comparazione di eventuali filmati delle telecamere di sicurezza potrebbe permettere di accertare se ci possano essere collegamenti, se a colpire siano gli stessi soggetti, sulla scorta di quello che sembra essere un fenomeno particolarmente diffuso in Umbria, cioè il pendolarismo del crimine: rapinatori che vanno in trasferta nel “cuore verde d’Italia, colpiscono anche più volte in un periodo ristretto di tempo e poi scompaiono dalla circolazione, magari tornando alla loro vita “normale” in altre regioni.
di LUCA FIORUCCI

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