Bastia

Aree vaste e centri congressuali

Servizi Ad Assisi chiude domani la rassegna “Vitae”

Il turismo umbro cambia pelle


BASTIA UMBRA – Tagliato il nastro della seconda edizione di “Vitae”, fiera wellness che il Centro Fieristico Regionale Maschiella di Bastia Umbra ospiterà fino a domani. Venti buyers italiani e 80 provenienti da tutto il mondo, 100 espositori stranieri, oltre a quelli del made in Italy, sono i numeri che compongono la rassegna apertasi con un convegno dedicato al turismo in Umbria. Al tavolo dei relatori, il vice presidente della Fondazione Internazionale Assisi, Giulio Franceschini, che ha presentato ospiti di rilievo nazionale.
Il primo saluto ai numerosi auditori l’ha dato il sindaco di Assisi, Claudio Ricci. La parola è poi passata al presidente della Fia, Giuseppe De Rita: “I meccanismi intorno ai quali ruota il turismo in Italia sono talmente complessi da risultare poco catalogabili anche per gli stessi ricercatori. Assisi è una città che dal settore oggetto di questa fiera prende poco. Anzi, si puo dire che l’anima della città serafica viene asciugata dal turismo. Meccanismo comune a tante altre mete, tra le quali si può citare l’esempio dell’isola di Capri.”
“Questo fenomeno – ha prosegito De Rita – dipende dalle trasformazioni che avvengono a partire dalla stessa realtà territoriale. Ad esempio, il turismo Umbro oggi si delocalizza, prendendo in considerazione i borghi di Spello, Bevagna, Campello sul Clitunno, e i casali, ulteriore periferizzazione del settore dedicato al wellness. Assisi manca di strutture ricettive di alto livello, che escludono tutto il ramo congressuale.”
“Due sono i punti su cui bisogna spingere – ha detto – Il primo riguarda l’esigenza di cominciare a ragionare ia temini di aree vaste; il secondo richiama la riflessione sull’identità turistica. Oggi l’assisano ha perso quell’identità religiosa che è rimasta propria solamente del turista. Questo fatto schia di far cadere l’offerta”. A questi temi si è agganciato il discorso del direttore del master in economia del turismo dell’Università degli Studi Bocconi di Milano, Magda Antonioli Corigliano: “Le sofferenze che in questo momento storico sta vivendo il turismo italiano si possono generalizza re a tutta la nazione, figlie anche del cambio generazionale dei gestori dell’offerta. Ma la crisi che stiamo vivendo era prevedibile da oltre un anno. Ci sono tre fattori da prendere in esame. Innanzi tutto i movimenti demografici, che contano l’aumento dei senior in cerca di esperienze turistiche, giovani non europei in movimento e persone alla ricerca di periodi sabbatici. Poi c’è la valenza del concetto ambientale di turismo, che, in prospettiva, richiederà sempre più l’utilizzo di capitali da investire in tecnologie pulite. A questo proposito, dobbiamo sottolineare che, nonostante il caro vita e il dichiarato calo dei consumi, statistiche di analisi circa la cosiddetta spesa “da carrello” riporta aumento del 35% relativo ai prodotti etnici, del 33% per ciò che riguarda i prodotti dedicati al benessere estetico e il 25% per tutto cio che attiene alla sfera del lusso. Questo puo far comprendere che, nonostante il fenomeno della globalizzazione, le specialità territoriali sono sempre una carta vincente da spendere a livello turistico.”
“Ora, ciò che va potenziata – ha concluso Corigliano – è la comunicazione di arte, cultura e wellness, tutte risorse che generano il circuito legato al tempo libero. Per questo in Italia si deve riflettere su cio che rende molto forti i Paesi dell’estero: l’organizzazione. Probabilmente, possedere una vasta gamma di elementi di attrattività, ha stimolato poco il nostro Paese a ricercare strumenti gestionali applicabili al turismo, caratteristica che tuttavi si impone necessaria per sopravvivere alla competitività”.
Alla discussione sono intervenuti anche Maria Rita Lorenzetti, presidente della Regione Umbria, Lazzaro Bogliari, presidente dell’Umbriafiere, e Stefano Cimicchi, presidente dell’Azienda di Promozione Turistica umbra.
Alberto Gattucci

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