Proseguono a pieno ritmo le indagini sull’omicidio di Luigi Masciolini, l’anziano ucciso nel suo appartamento durante una rapina


Quattro persone fermate sabato. Sarebbero collegate al massacro di Ospedalicchio


FRANCESCA BENE


PERUGIA – Il cerchio si stringe. E’ bastata una crepa, una frase pronunciata a bassa voce nel parlatorio di un carcere e intercettata da una microspia, per far crollare il muro che per oltre un anno ha protetto gli assassini di Luigi Masciolini, l’anziano ucciso a Ospedalicchio di Bastia Umbra da una banda di criminali entrati in casa sua per portargli via la pensione. Dopo i tre arresti del 9 novembre scorso, la procura della Repubblica di Perugia, con l’ausilio dei militari dell’Arma, avrebbe individuato altri quattro presunti responsabili dell’assurdo massacro. I quattro – secondo quanto emerso da indiscrezioni – sarebbero già stati fermati. Gli arresti, effettuati nella mattinata di sabato, sarebbero stati effettuati nelle zone di Ponte San Giovanni e Ponte Rio. Riserbo assoluto da parte degli inquirenti sull’identità dei fermati.
Non è escluso che anche i nuovi arresti siano avvenuti nell’ambito della malavita di etnia rom. Una rete organizzata a livello nazionale e specializzata in furti d’appartamento che recluta di volta in volta gli attuatori delle rapine in diverse regioni del Paese.
Questo modus operandi garantisce al gruppo criminale di lasciare meno tracce possibili. L’omicidio di Luigi Mascolini, lo ricordiamo, venne consumato la notte tra il 23 e il 24 settembre del 2004. I ladri malmenarono, legarono e imbavagliarono lui e la moglie di 78 anni, fuggendo poi con soli 800 euro di bottino. I due anziani furono trovati il giorno dopo. All’arrivo dei soccorsi, l’anziano era già morto (proprio per le conseguenze delle percosse e del bendaggio, come fu appurato successivamente) e la donna era ferita in maniera non grave, ma in evidente stato confusionale.
La coppia non aveva particolari disponibilità finanziarie. Viveva in una zona piuttosto isolata in una palazzina a due piani al termine di una piccola traversa della strada che da Ospedalicchio conduce a Bastiola, due frazioni di Bastia Umbra, con accanto una stalla e intorno un terreno agricolo coltivato a granturco. I primi a finire in manette per il delitto sono stati tre nomadi, tutti con cittadinanza italiana. Si tratta di un perugino di 33 anni, di un ligure di 45 e di un Toscano di 23. Il più giovane dei tre è stato bloccato nei pressi di un campo nomadi di Prato, il più anziano in uno di Genova, ed il trentatreenne mentre viaggiava nel tratto autostradale umbro a bordo della sua autovettura. L’operazione è stata condotta dai militari del comando provinciale di Perugia con la collaborazione dei colleghi delle compagnie di Assisi, di Chiavari e San Martino, e del comando provinciale di Prato.
L’ indagine – ha spiegato al momento dei primi arresti il colonnello Pietro Dimase – è molto delicata ed è stata e continua ad essere estremamente difficile.
Il gruppo di malvivente è infatti tutt’altro che sprovveduto e sa come fare a mettere in difficoltà gli inquirenti.

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