Bastia

Appaltopoli umbra L’autoassoluzione della Politica


 
IL PRESIDENTE della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari, ha confidato di aver pensato di dimettersi. Un’idea balenata, per qualche istante, dopo i 35 arresti che hanno decapitato sia gli uffici dell’istituzione affidata dai cittadini con il voto sia le aziende a cui la Provincia ha venduto finora gli appalti truccati. Dimettermi? Non dimettermi? Cozzari, da politico di infinito corso qual è, ha subito respinto il sussulto di dignità che lo aveva aggredito a tradimento quando il clangore di manette ha svelato la portata dell’inchiesta su truffe e concussioni, e sull’associazione per delinquere finalizzata a reati di corruzione, abuso di ufficio, turbata libertà degli incanti, falso ideologico. Troppo banale dare forfait. E poi lo scandalo riguarda i dirigenti tecnici e amministrativi, non la politica che in un ente pubblico ha diverse e più nobili funzioni. La politica che ci può fare? Il presidente della Provincia e la Giunta non possono sapere cosa avviene in tutte le stanze: ecco l’autoassoluzione e la motivazione per andare avanti come se nulla fosse. Bastano una bella commissione d’inchiesta e la promessa di un giro di vite. E già che c’è, il presidente — con la testa nel Paese delle Meraviglie anche quando si intrattiene bendato nel Palazzo — ingoia senza ostia pure il diktat del Partito democratico che gli vieta di licenziare l’assessore alla Viabilità Riccardo Fioriti (politico e indagato, che stranezza): Cozzari accetta la remissione delle deleghe ma lo mantiene in Giunta, come Responsabile del Nulla. A spese dei contribuenti che pagheranno, insieme agli emolumenti spettanti a Fioriti per il suo non lavoro, l’avvocato assunto a tutela della Provincia parte lesa rispetto ai funzionari arrestati e Fioriti stesso. Un capolavoro nella logica di un’istituzione già ritenuta inutile.
Asserisce il giudice: l’ente più compromesso è la Provincia di Perugia e, in particolare, l’Area Viabilità (ma non solo) interamente asservita — con i suoi direttori, dirigenti, funzionari — a un ristretto gruppo imprenditoriale che decide i lavori da eseguire e a chi appaltarli. Ha ragione Cozzari: dimissioni inutili. Perché il vero presidente non era lui, era la Cupola.

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