Bastia

Anche la «Franchi» cede alla crisi

 

UN’ALTRA STORICA AZIENDA CHIUDE I BATTENTI. MAESTRANZE, QUALE FUTURO?  L’amaro annuncio della proprietà: parte la liquidazione volontaria
BASTIA UMBRA-LA DECISIONE era nell’aria da tempo, ma è singolare dover constatare che arriva quando il piano urbanistico è concretamente pronto per diventare operativo nel giro di qualche settimana. Parliamo dell’Industrie Meccaniche Franchi Spa, azienda storica di Bastia legata alla famiglia Franchi che ha gettato la spugna decidendo per la liquidazione volontaria. Lo ha stabilito il Consiglio di amministrazione il 28 dicembre incaricando il socio più giovane Odorico Franchi del compito di liquidatore. Una prospettiva che negli ultimi vent’anni, segnati da insistenti difficoltà non è stata mai presa in considerazione dalla famiglia, in particolare dal dottor Franco e dall’ingegner Aldo Franchi, che ha lottato facendo ricorso ad ogni risorsa disponibile pur di far sopravvivere l’azienda, che opera in Umbria da oltre 100 anni. La forza lavoro è stata ridotta fino a 60 dipendenti e, per dare prospettive concrete, una decina di anni fa la «Franchi» ha messo a punto un progetto che prevede il trasferimento della produzione in altro sito, utilizzando i proventi della trasformazione dell’area industriale a ridosso del centro città con i quali costruire una nuova fabbrica. E’ stato individuato anche il sito, deliberato con una conferenza di servizi, nella frazione di Ospedalicchio. «SOLO L’ULTIMA amministrazione della città — fa presente una nota della ‘Franchi’ — ha dato un forte impulso al progetto, ma, purtroppo, arriva troppo tardi. L’aggravamento della crisi industriale legata alla oramai quasi inesistente richiesta di opere infrastrutturali pubbliche e private, unita ad una rinnovata solerzia di Equitalia indirizzata alla riscossione dei crediti tributari e previdenziali ha bloccato l’operatività finanziaria della società, fermando di fatto l’operatività ordinaria». Il piano urbanistico, che insiste nell’area di trasformazione resta comunque valido per il futuro della città e prevede insediamenti residenziali, commerciali e turistici oltre ad un parco fluviale. Sono tutti elementi che possono aumentare la vivibilità del centro urbano, soprattutto grazie alle opere pubbliche previste, in particolare il sottovia ferroviario in via Firenze, che dovrebbe partire prima di ogni altro intervento, e la realizzazione di un nuovo ponte sul Chiascio per collegare meglio il centro urbano con XXV Aprile e i nuovi insediamenti previsti con il piano San Marco.
Massimo Stangoni

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