Bastia Umbra Critiche a Regione e Provincia


BASTIA UMBRA (a.g.) – Gli Amici del Chiascio si muovono ancora in favore del fiume; si fanno sempre più pesanti gli attacchi a Provincia e Regione per il mancato interessamento. Inoltre l’associazione denuncia che la causa di malesseri che colpiscono i cittadini in seguito alle punture della zanzara tigre derivano proprio dalle condizioni di degrado del Chiascio, divenuto oramai culla ideale degli insetti. “Cosa si aspetta per inoltrare una disinfestazione?” si chiedono gli Amici del Chiascio, sebbene le problematiche che l’associazione presenta sembrano essere ben più complesse dell’emergenza sanitaria. “Quando a giugno segnalammo il problema Chiascio” considerano infatti i componenti dell’organizzazione “i responsabili dell’ambiente di Provincia e Regione si sono preoccupati di verificare il peggioramento in corso o hanno preferito starsene rintanati nei propri uffici climatizzati? Se a Bastia Umbra non arriva più una goccia d’acqua forse si sono asciugate anche le sorgenti; se così non fosse, non sarebbe il caso che l’acqua della sorgente Scirca venisse in parte restituita al fiume Chiascio? Se questo già avviene, è evidente che qualcuno si appropria dell’acqua in barba alle ordinanze del caso; i controlli sono stati fatti?”. Ma il presidente dell’associazione, Maria Rita Ascani si spinge a inoltrare considerazioni in merito al progetto di adduzione di Provincia e Regione: “Per quale motivo se, come qualcuno afferma, andando avanti l’acqua diminuirà sempre di più, Provincia e Regione continuano a spendere soldi (costo previsto, già nel 1996, 67 miliardi di lire oggi sicuramente raddoppiato) per quel progetto di adduzione del serbatoio del fiume Chiascio per la zona sud del comprensorio? A che serve se nel Chiascio l’acqua non c’è? Come si fa a progettare un’opera che dovrebbe trarre fino a 20 metri cubi al secondo dal Chiascio tanto quanto è la portata massima del Chiascio?
Se già oggi, che questa opera non è ancora in funzione, l’acqua nel Chiascio non c’è, pensate, cari concittadini di Bastia, cosa ne sarà del Chiascio dopo”.

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