Bastia

Ambulanti in crisi, Fratelli d’Italia: è necessario rivedere le regole

Livieri e Santoni: maggiore concertazione con le associazioni di categoria

BASTIA UMBRA – Ripristinare gli spazi di vendita in prossimità degli ingressi di Umbriafiere destinati al commercio ambulante. Lo chiedono i consiglieri comunali Luca Livieri e Stefano Santoni (Fratelli d’Italia) che sollecitano l’amministrazione bastiola al fine di rivedere le regole approvate dal consiglio comunale a settembre dello scorso anno. Regole che «hanno cambiato la norma che disciplina gli spazi dedicati al commercio ambulante lungo il perimetro esterno al centro fieristico regionale Umbriafiere. In particolare – spiegano i due consiglieri durante Agriumbria è fatto espresso divieto agli ambulanti di posizionarsi nella zona adiacente l’ingresso fiera lungo via delle Industrie. Gli operatori sono stati trasferiti al parcheggio dello stadio, tentando di lanciare l’ iniziativa “Il mercatino di Agriumbria”. Occasione significativa per sperimentare la bontà del provvedimento è arrivata con l’edizione 2013 di Agriumbria, annata da record per presenze di visitatori, quantità e qualità degli espositori presenti in fiera. Purtroppo, per i venditori ambulanti, la nuova collocazione si è rivelata un netto fallimento. Gli incassi sono diminuiti fino al 90%, rispetto alle passate edizioni. Alcuni operatori hanno, addirittura, chiuso te vendite nella mattina della domenica senza attendere la fine della manifestazione».
Alla luce di risultati tutt’altro che lusinghieri, Livieri e Santoni hanno proposto «che il commercio ambulante torni ad animare le aree limitrofe agli ingressi di Umbriafiere, lungo tutto il perimetro. Per le manifestazioni che animano il centro fieristico regionale nel corso dell’anno, proponiamo che gli spazi a disposizione del commercio ambulante torni no ad essere 21. Questa iniziativa nasce nel segno della pluralità e nel pieno sostegno ad un settore fortemente in crisi. Per il futuro, auspichiamo una maggiore concertazione con gli operatori del settore e con le associazioni di categoria prima di assumere decisioni così incisive».

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