Bastia

Alcune riflessioni sulla realtà socio-urbanistica di Bastia

Alleanza Verdi e Sinistra Bastia Umbra
Che cos’è e in che cosa questa comunità si identifica? Con convinzione e malcelato orgoglio
Le varie amministrazioni comunali che si sono avvicendate nel corso degli anni hanno supportato e indirizzato, pur con qualche palese scompenso tra qualità della vita, valorizzazione del tessuto urbano esistente ed eccessivo ricorso al pragmatismo spicciolo del fare, uno sviluppo del tessuto socioeconomico, a tratti davvero notevole. Dagli anni del dopoguerra ad oggi l’identità di questa città è stata un’operosità dell’imprenditoria locale, anche a livello nazionale, con pochi eguali. C’è, anche se ridotto ai minimi termini, uno spirito d’iniziativa scolpito e tramandato in ogni cittadino. Sono, pur nella contingenza del momento, sempre attivi e pronti a tuffarsi in ogni iniziativa artigianale/imprenditoriale che possa aver un riscontro, un risultato positivo. Non si lamentano mai e di mente aperta si impegnano per raggiungere l’obbiettivo. Certo la spinta dell’edilizia abitativa e l’individuazione di nuove aree industriali/artigianali è venuta a mancare. Sicuramente a causa della saturazione del fabbisogno ma quale? Non certo quello di cui si sente la colpevole mancanza…case in affitto, edilizia residenziale pubblica, case per giovani coppie ed anziani…
nonché di una responsabile attenzione ai mutati e mai individuati diversi bisogni, questa spinta si è notevolmente modificata ed in larga parte fermata. Questo stato di cose è anche il frutto di una diversa concezione urbanistica che ha pagato il grande prezzo di aver urbanizzato ed edificato, sempre di più, aree a cui non ha fatto seguito un riscontro di mercato. Lo stesso sempre più asfittico e non calibrato sui nuovi e mutati nuclei familiari da un lato e dall’altro per la sopraggiunta mancanza di commesse di lavoro : proprio quest’ultimo che richiedeva grandi aree coperte, parcheggi, viabilità e sottostrutture per servizi. Sacrificando e a volte relegando a mero riscontro parametrico la realizzazione del verde strutturale e rappresentativo e quanto mai indispensabile al benessere dei cittadini. La città paga altresì, come tantissime realtà italiane e non solo, lo scotto di aver concepito un modello di sviluppo urbanistico basato sulla contingenza che il mercato, più o meno spacciato per barometro attendibile ed a volte inebriante nelle sue performance, ha dettato ed orientato. Ora definiti i margini di un perimetro comunale non più dilatabile e dove i bilanci urbanistici devono essere vicino allo zero…ci restano, interrogandoci in tutta la loro consistenza e presenza strategica, i contenitori urbani da recuperare e riconvertire. A puro titolo di esempio: L’area della piazza del mercato all’ingresso della città, l’area ex Petrini anch’essa all’ingresso e l’area Franchi, quest’ultima partita e subito fermata ai box per un difetto di forma e di funzione. Di forma perchè il piano di recupero e l’attivazione dell’intero piano era vincolata, tra le varie opere di urbanizzazione, alla realizzazione del sottopasso della ferrovia lungo via Firenze. Peraltro e non solo, ai fini ambientali e commerciali, era e tuttora riveste un’importanza indifferibile! Di funzione perché a dispetto di un eclatante dicitura su un generoso cartello di cantiere, circa un intervento di Housing
sociale…quello che è stato realizzato finora non è altro che alcuni tristi ed isolati edifici a cui è stato relegato il compito, insostenibile, di reggere la scena! La città e chi la governerà da qui in avanti offre ed al contempo impone, per le premesse di cui sopra, un cambio di marcia. Occorre avere una prospettiva di medio e lungo termine e rimettere al centro di ogni decisione le PERSONE e non le cose. La salute dei cittadini, intesa come sostenibilità ambientale in alcuni casi riparatoria dei danni anche a livello statale, e la solidarietà. I sindaci devono essere capaci di mettere in pratica un efficace visione sistemica che combini qualità dell’aria e dell’acqua, mobilità, habitat e salute, appunto. Non è un caso che ci ritroviamo a parlare di finanza sostenibile e finanza etica a cui fanno riferimento mezzi e scadenze della comunità europea! ( Green Deal…2030) E proprio in questo scenario auspicabile e certamente non più procrastinabile si inseriscono i nostri contesti urbani. Coniugare questi input socio-ambientali con le aspettative delle persone attraverso il loro completo coinvolgimento, ascoltandole ed invitandole a partecipare che si potrà ridefinire e riempire di significati questi vuoti urbani. C’è una gran voglia e possibilità di partecipare da parte delle persone…non DELUDIAMOLE!!!!!
Eccolo l’orgoglio identitario…lavoro, socialità e libera iniziativa, ritrovarsi in luoghi scelti e non subiti dove l’ambiente e il costruito è pensato, curato e protetto, magari da prendere ad esempio.
Citando Albert Einstein “ la mente è come un paracadute funziona solo se è aperta….. proprio come quella di noi bastioli

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