«Processate la banda dei liquami» Dalla procura chiesti ventisei rinvii  LA ‘GUERRA DEI MAIALI’ partita da Bettona è arrivata al capolinea giudiziario della richiesta di rinvio a giudizio. Il procuratore Giacomo Fumu e il pubblico ministero Manuela Comodi hanno chiesto che ventisei indagati tra imprenditori, tecnici e politici vadano a processo con le accuse di aver — alcuni tra loro — costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, al disastro ambientale, all’avvelenamento di acque. Ma nel carnet di accuse ci sono anche ipotesi di falso e abuso d’ufficio. Sotto inchiesta infatti ci sono anche sette componenti della giunta comunale e un funzionario.  Mentre tra le persone offese figurano, oltre al Ministero dell’Ambiente anche i comuni di Bettona, Bastia Umbra, Bevagna e Cannara e Remo Granocchia in qualità di presidente del Comitato popolare per l’Ambiente di Bettona. L’appuntamento è per il 14 marzo 2011 davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Perugia, Massimo Ricciarelli che dovrà decidere se i ventisei meritano un processo davanti al tribunale. L’inchiesta dei carabinieri denominata «Laguna de cerdos» prese le mosse proprio dal depuratore della Codep di Bettona che lavora gli scarichi degli allevamenti suinicoli di Bettona, Bastia, Assisi e Cannara. Secondo gli inquirenti presidente, vicepresidente e consiglieri della Codep (tutti allevatori) si associarono «per commettere una serie indeterminata di reati contro l’ambiente, la salute pubblica e la fede pubblica». «In particolare il sodalizio operava mediante l’irregolare e non autorizzata gestione dell’impianto al fine di consentire ai consociati di disfarsi agevolmente degli enormi quantitativi di rifiuti prodotti dalle proprie aziende zootecniche – è la contestazione – lucrando sia sui notevoli risparmi derivanti dallo smaltimento illecito, anche attraverso falsi conferimenti di terreni, da parte dei proprietari, per rendere formalmente legittima l’attività finale di utilizzo agronomico dei reflui liquidi trattati; sia sui proventi e le utilità derivanti dalle illecite attività connesse all’esercizio dell’impianto in violazione di legge». Un meccanismo ‘illecito’ che, secondo la procura, funzionò grazie alla complicità dei tecnici dell’Arpa che «continuativamente omettevano provvedimenti sanzionatori» e «rilasciavano pareri formali o fornivano agli uffici superiormente preposti note rappresentanti una realtà dei fatti parziale o alterata», «per finalità funzionali esclusivamente alla continuazione delle condotte illecite da parte del sodalizio, anche omettendo di contestare gli addebiti in occasione di episodi di sversamento, segnalandoli agli autori perché ne occultassero le tracce». Agli indagati la procura contesta anche il disastro ambientale «consistito nello stravolgimento e nella compromissione dell’equilibrio naturale dei terreni e delle acque, attraverso l’illecito, concentrato e continuativo smaltimento nel corso degli anni di milioni di tonnellate di rifiuti» e «l’avvelenamento delle acque destinate all’alimentazione di un numero considerevole e indeterminato di persone». C’è poi il fronte squisitamente politico. Sette membri della giunta tra cui l’allora sindaco pro-tempore avrebbero «intenzionalmente procurato a Codep un ingiusto vantaggio consentendo la prosecuzione delle attività illecite», sia autorizzando soggetti che invece dovevano essere esclusi, sia approvando, in un momento di emergenza ambientale, autorizzavano Codep al ricevimento e trattamento delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e davano l’ok per la prosecuzione dello smaltimento anche durante l’emergenza sanitaria della malattia vescicolare che colpiva i suini. Le persone per cui è statp sollecitato il rinvio a giudizio sono Graziano Siena – presidente Codep -, Rinaldo Polinori, Giovanni Mattoni – vicepresidente Codep -, Sergio Longetti, Nicola Taglioni, Gianni Berretta, Stefano Zanotti, Massimo Mencarelli, il tecnico comunale Mario Papalia, il funzionario dell’Arpa, Susanna D’Amico, i tecnici dello stesso ente Antonio Bagnetti e Claudio Menganna, Nicoletta Giammarioli, Renato Mattoni, Giuseppe Mencarelli, Giuseppe Meschini, Giampaolo Proietti, Paolo Schippa, Renato Taglioni, l’ex sindaco pro-tempore Lamberto Marcantonini e i membri della giunta comunale di Bettona, Valerio Bazzoffia, Andrea Castellini, Luca Costantini, Franco Massucci, Rosita Tomassetti, Rossella Lispi. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Ubaldo Minelli, Alessandro Bacchi, David Brunelli, Francesco Falcinelli, Nicodemo Gentile, Giancarlo Viti, Marco Angelini, Maria Mezzasoma, Franco Libori, Pietro Magrini, Giuseppe Innamorati, Anna Lombardi, Franco Pirami e Stefano Carini.
 
 di ERIKA PONTINI
Nazione-2011-01-13-Pag13

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