Bastia

Al capezzale della zona industriale

Sporcizia, ladri e droga ma ci sono le condizioni per cambiare

BASTIA UMBRA – Qualcosa si puo fare. Oggi la questione della vecchia zona industriale va in giunta.
Il sindaco Francesco Lombardi si impegna,ancora una volta, a promuovere a breve un incontro che coinvolga i privati che esercitano tra il fiume Chiascio e il centro fieristico regionale Maschiella. Ora non resta che incrociare le dita e sperare nella buona volontà delle imprese in questione. “Sulla vecchia zona industriale stiamo veramente lavorando – conferma il primo cittadino -tutto ha avuto inizio con il Pai, Piano per l’assetto idrologico, che è finalizzato al consolidamento delle sponde del fiume. Quindi, trovo più che opportuno organizzare un incontro che coinvolga gli assessori comunali di competenza e, soprattutto, i proprietari delle aziende locate nei pressi di via dell’Artigianato. Le intenzioni di convocare un’assemblea già c’erano; a ma; ior ragione, visto il parere espresso recentemente da parte di alcuni interrogati dal Corriere, oggi, in sede della riunione settimanale della giunta, mi incarico di mettere al vaglio la proposta”.
Buone notizie, che si spera non restino intenzioni, ma che si concretizzino in un vero e proprio piano strategico e progettuale; funalizzato a cosa?
Innanzitutto a ripulire l’area da preservativi, siringhe e malintenzionati che sono abituati a aggirare indisturbati tra i capannoni dell’ex pollificio.
In secondo luogo a riqualificare la zona, divenuta prestigiosa per gli insediamenti produttivi che vi si sono recentemente stanziati, nonché di vitale importanza per il progetto di riammodernamento che interessa l’Umbriafiere e la zona dell’ex Pia. Un discorso che interessa amministrazione comunale, compresa quella che verrà eletta con le amministrative 2009, di qualsiasi orientamento politico sia, imprese; che dovranno affrontare a breve un. lungo e duro periodo di crisi, e cittadini, molti dei quali impiegati in quei capannoni oggi al buio e a rischio di saccheggi.
Alberta Gattucci

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Exit mobile version