Presentata la quarantunesima edizione. Tra i 450 stand molti spazi dedicati ai prodotti tipici


BENEDETTA ORSINI FEDERICI


Numerose le novità introdotte nella nuova edizione della mostra nazionale dell’agricoltura, zootecnia e alimentazione, così come assicura il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari: “Miscela di storia ed innovazione è il binomio chiave per entrare nello spirito di questa manifestazione, giunta alla sua quarantesima edizione, che inizierà questo venerdì e si concluderà il 30. Da quest’anno, nel centro fieristico di Bastia Umbra, si avrà la partecipazione di tre delegazioni straniere: tedesca, ungherese e catalana”. Originale ed efficace anche il logo ideato da Sante Filippetti che sostiene “Altra novità di Agriumbria è lo stand autogestito chiamato “Osteria del brutto tempo” dove si potranno degustare vini ed oli pregiati. Tra i 450 stands ci saranno spazi dedicati ai prodotti tipici umbri e anche di altre regioni italiane del nord e del sud. Prevista anche la mostra nazionale dei bovini di razza chianina e l’interregionale della razza Frisona organizzate dall’Associazione nazionale allevatori e dall’Associazione provinciale di Perugia in collaborazione con Italialleva. Inoltre la fiera si rivolge a chi opera nel sistema agricolo ma anche ai consumatori e alle scuole”. “All’entrata della fiera – sostiene Bogliari – c’è una fattoria didattica per incentivare la partecipazione delle scuole. L’agricoltura diventa
dunque agricultura anche grazie alla collaborazione ottenuta con vari istituti scolastici e la coordinazione della facoltà di Agraria” . A sottolineare l’importanza di una fitta parte convegnistica è Gianluigi Marcantoni. “Umbriafiere è diventata la manifestazione più importante a livello nazionale anche perché non si limita all’esposizione degli aspetti del mondo agricolo, ma include un intenso programma di convegni che funge da informazione e scambi di conoscenze all’interno del mondo agricolo.
Alle tre giornate fieristiche parteciperanno i rappresentanti di Regione, dell’Arusia e del Parco tecnologico alimentare, dell’Anabic e dei consorzi di tutela e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari e delle organizzazioni professionali agricole.

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