NON ERA AFFATTO lontana dalla realtà l’impressione suggerita dalle presenze e dagli arrivi all’Umbriafiere per parlare, già da ieri, di edizione da primato di Agriumbria 2011 (nella foto un momento dell’inaugurazione). L’organizzazione della quarantatreesima edizione della principale rassegna agricola del Centro Italia conferma che sono stati numeri da record: 70mila i visitatori presenti in soli tre giorni di apertura negli spazi, in complesso circa 70mila metri quadrati, dedicati dal centro fieristico regionale a questa manifestazione.
NON SONO MANCATI i disagi; in particolare le lunghe code alle biglietterie, non sempre giustificate e che è bene non si ripetano in futuro. Un problema logistico anche quello del traffico, ma non dei parcheggi per i quali essenziali sono stati gli spazi disponibili nella zona industriale di Bastia. Encomiabile, infine, il servizio svolto nei tre giorni della fiera dagli uomini della polizia municipale. «E’ stato un grande successo non solo per la massiccia presenza del pubblico — ha commentato il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari — ma soprattutto perché Agriumbria ha confermato, ancora una volta, il suo ruolo di momento di confronto tra i vari soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nel settore agricolo. Le istituzioni, associazioni di categoria di agricoltori e allevatori, e centri di ricerca sono stati presenti e vitali per l’edizione odierna, ponendo le premesse anche per il 2012».
Lo slogan “Agriumbria, con i piedi per terra” ha favorito la concretezza dell’impegno e del lavoro preparatorio, e non ha cancellato, all’indomani della manifestazione, la possibilità di sognare. LO DICONO I NUMERI: oltre diecimila presenze in più del consueto; la presenza dei campioni animali esposti, 500 capi tra bovini, caprini e ovini, ma con un importante dominio delle razze bovine che rappresentano un primato non solo dell’Umbria, ma di tutta Italia. 400 espositori, alcuni tradizionali, altri nuovi e tra questi il ritorno con un suo stand della Regione Umbria, che in tal modo più delle parole ha voluto dare un segnale tangibile di impegno. OLTRE MILLE sono stati i marchi presenti in fiera e infine gli affari, di cui non è possibile dare conto in questa sede, sono l’elemento trainante di Agriumbria. Non più quella delle origini di oltre 40 anni fa, ma identico è lo spirito di ricerca e di innovazione per rendere moderno e dinamico il settore primario dell’economia.
NON È UN CASO che i convegni, molto seguiti, hanno toccato temi scottanti del settore: dalle penalizzazioni del decreto ‘milleproroghe’ a carico delle associazioni degli allevatori, che qui ad Agriumbria senza artifici hanno dimostrato la loro ragione di esserci, in particolare l’Anabic che ha festeggiato 50 anni.
ALLA POLITICA agricola comunitaria, la famosa Pac, di cui si è parlato in prospettiva presente e futura guardando alla realtà del mondo rurale. Bene, è stato detto, alle strategie che guardano al fattore della competitività, ma anche alla salvaguardia del territorio e quindi alla capacità di ogni nazione di avere una quota di colture agricole e allevamenti zootecnici, non tanto per la salvaguardia della tradizione quanto a tutela del proprio futuro.
UN FATTORE ESSENZIALE, questo, per l’Italia e per l’Umbria destinata a distinguersi nel mondo per la capacità dei propri prodotti, in primis quelli agricoli. Da non sottovalutare la difesa delle carni rosse contro una campagna denigratoria, per evidenziare che in Italia si producono carni di qualità che non danneggiano la salute umana.
Massimo Stangoni

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