In esposizione 200 bovini
L’assessore Liviantoni: “Con i fondi del Piano rurale 2007 imprese più forti”


Numerosi incontri e convegni tematici


Oltre 400 espositori alla kermesse agricola ieri l’inauguraione della 39esima edizione al centro Umbriafiere di Bastia


Agriumbria conferma il ruolo di rassegna che mantiene la tradizione ma guarda al tempo stesso sempre di più al futuro. La manifestazione agrozootecnica, giunta alla 39/a edizione, si è aperta ieri al centro fieristico regionale di Bastia Umbra. Fino a domenica, oltre 400 espositori saranno presenti nella superficie espositiva, dove sono allestite mostre zootecniche ma anche stand di macchine agricole.
Quest’anno, in collaborazione con l’Aia (Associazione italiana allevatori) attraverso il marchio Italialleva, sono presenti circa 200 bovini di quasi tutte le razze (chianina, frisona, piemontese, limousine, pezzata rossa). La chianina, sarà importata dagli organizzatori della fiera di Novi Sad, come hanno annunciato ieri i responsabili serbi nel corso dell’inaugurazione della manifestazione. Oltre ai bovini sono in mostra cavalli da tiro, asini sardi, ovini di quasi tutte le razze, avicunicoli. Di particolare interesse, soprattutto per i più piccoli, è la fattoria didattica, uno spazio in cui convivono suini, agnelli, pecore, galline, per la gioia dei bambini che si fermano a lungo ad ammirare quella che può essere considerata l’aia della cosiddetta civiltà contadina.
“Agriumbria rappresenta ormai la rassegna più importante del Centro Italia – ha detto Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere Spa, la società che organizza Agriumbria – non è uno slogan ma lo confermano i numeri, dei dei visitatori, lo scorso anno più di 60 mila”.
Sono stati allestiti spazi espositivi riservati al settore orto-floro-vivaistico e sementiero, alle attrezzature da giardino e all’arredo country, mentre l’Enama (Ente nazionale per la meccanizzazione agricola) promuove un’iniziativa di prevenzione antinfortunistica con prove pratiche di macchine e trattori su aree riservate all’interno del quartiere fieristico.
Agriumbria presenta anche numerosi convegni di approfondimento su tematiche che riguardano, tra l’altro, l’imprenditoria giovanile, il mercato del biologico, le biomasse con la partecipazione di esponenti delle associazioni di categoria.
Agriumbria rappresenta da 39 anni un crocevia per analizzare e riflettere sul comparto dell’agricoltura”, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Carlo Liviantoni. Agriumbria si colloca quest’anno in una fase di transizione “dal momento che è terminato il vecchio piano di sviluppo rurale e non è entrato in funzione quello nuovo che destina complessivamente, fra risorse nazionali e regionali, circa 760 milioni di euro per irrobustire lo sviluppo del territorio”.
L’assessore ha detto che “i fondi dovranno essere usati al meglio ma dovranno portare sviluppo e competitività per le imprese”. Per il preside della facoltà di agraria dell’università degli studi di Perugia, Francesco Pennacchi, “non è più rimandabile la valorizzazione del capitale umano nelle imprese. Esiste un problema specifico perché 45 anni di agricoltura sotto tutela hanno annebbiato le capacità degli imprenditori ma anche quelle degli esperti”. “Le imprese agricole non devono subire il mercato, ma aggredirlo”. Queste le parole del presidente di Confagricoltura Umbria, Guido Vivarelli Colonna, che indica 5 punti nodali per il settore: costo del lavoro, snellimento della burocrazie, stabilità politica, innovazione e ricerca, Piano di Sviluppo Rurale (Psr).
Insomma, una manifestazione davvero importante per un settore che, sebbene negli anni abbia diminuito il suo peso (sia in termini di prodotto lordo sia di addetti), ricopre ancora un ruolo importante nell’economia regionale.

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