I candidati presidente accolgono la proposta Coldiretti.Scintille sul rapporto coi partiti e i fondi Ue
di Cristiana Costantini
BASTIA UMBRA Azioni volte a valorizzare l’agricoltura professionale, l’enogastronomia e l’intero comparto agroalimentare, fino a creare un vero e proprio “Marchio Umbria”. E’ questo che il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti ha chiesto, a nome di centinaia di agricoltori, all’amministrazione regionale che guiderà l’Umbria per i prossimi cinque anni. Lo ha fatto ieri al Centro Congressi Umbriafiere di Bastia Umbra, illustrando ai candidati alla presidenza della regione, Vincenzo Bianconi e Donatella Tesei, i sei punti del Manifesto Politico “L’agricoltura che vogliamo”. Un confronto – coordinato dal direttore della Coldiretti Umbria Mario Rossi – che l’associazione di categoria ha preferito fare singolarmente con i due aspiranti governatori. “Farei una legge di democrazia partecipata, perché le decisioni non vengano prese a palazzo ma dal cittadino. E anche un assessorato unico in cui inserire tutti i settori dell’economia umbra, per creare delle politiche di sviluppo e di rilancio, opportunità per le imprese ed economie di scala”, ha detto il candidato di Pd-M5S Vincenzo Bianconi, che ha sottolineato: “Serve una rivoluzione di metodo: mettersi seduti insieme, fare scelte coraggiose e puntare sulle persone migliori. Se non sarò messo in con- dizione di farlo, qualora fossi eletto presidente, mi dimetterei e così andrebbero tutti a casa”, ha tenuto a sottolineare. Per Donatella Tesei, candidata del Centrodestra, “l’Umbria dei borghi è già il posto migliore del mondo con le sue eccellenze enogastronomiche”. Poi, parlando delle infrastrutture ha detto: “Dove stavamo quando le altre regioni hanno capito l’importanza dell’alta velocità? C’è da stendere un velo pietoso anche sulle ferrovie regionali, con vagoni spesso impresentabili. E cosa facciamo con l’aeroporto?”ha detto, aggiungendo che: “Nel nostro progetto vogliamo ripensare il sistema agricolo regionale, con politiche innovative e una programmazione più forte: chi ha governato prima ha mancato di visione. Non basta appoggiarsi ai fondi europei, serve investirli in maniera più efficace”.
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