In relazione all’intervento del consigliere regionale Mantovani dal titolo “Bartolini si comporta come Fini”, desidero precisare che tale accostamento mi sembra un’idiozia, essendo del tutto fuori luogo la mia fattispecie rispetto a quella di Fini. Intanto Fini è un politico. Cosa che io non sono, né voglio esserlo. Sono stato sempre interessato a occuparmi dell’amministrazione nell’interesse dei miei concittadini e del territorio nel quale sono nato e abito. In tale veste, fin da studente, iscritto alla Democrazia cristiana, ho esercitato la funzione di assessore alle Finanze del Comune di Assisi. Al termine del mandato, ho lasciato tutto per occuparmi del lavoro e non sono stato più iscritto ad alcun partito. Invece l’accostamento più appropriato a Fini mi sembra sia quello di Mantovani. Infatti quest’ultimo prima ha fatto politica attiva nel Msi, insieme a Fini, che conosce sicuramente bene, poi in An sempre con Fini, poi, per problemi di una sua mancata candidatura, lo ha lasciato e, dopo una sosta nelle liste civiche a Bastia, è passato a FI, per poi ritrovarsi sempre con Fini nel Pdl, e ora diviso di nuovo. Non intendo entrare nel merito delle sue elucubrazioni sulle stagioni passate e future in Umbria del Pdl, Udc, Pd, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Idv in quanto, a mio modesto parere, non tengono conto che per le elezioni amministrative gli elettori sono più propensi a privilegiare le persone, per lo più conosciute, che non le sigle dei partiti. Probabilmente, come egli afferma, non so riconoscere gli amici dai nemici. Però diffido dai falsi amici che operano per un interesse personale di carriera politica, soprattutto oggi dopo che il “figlioccio” Ricci mi ha estromesso dal Comune. Mi attengo ai fatti. Dopo appena un anno dalle elezioni del 2006, grazie al lavoro di Mantovani e di un gruppetto che ha scelto a capo l’attuale coordinatore Vescovi, è stato sostituito il responsabile locale di Forza Italia Valorosi, che aveva collaborato non poco, con il suo equilibrio e impegno, alle vittorie del centrodestra in Assisi. Da quel momento sono iniziate di nuovo le divisioni in Assisi, quelle stesse divisioni operate nel 2005 da alcuni di An di Perugia che, osteggiando con forza la candidatura di Ricci a sindaco, da me sostenuto in quanto sotto il mio indirizzo aveva agito con diligenza e, facendo indebite pressioni per modificare l’assetto della giunta, tutte da me respinte, operarono per far cadere l’amministrazione sei mesi prima. Altro fatto inoppugnabile che tutti ricordano è che Ricci si è candidato alla presidenza della Regione, candidatura bocciata da Rossi e dal suo braccio destro Mantovani. Per l’occasione Ricci ha dichiarato agli organi del partito romani e perugini, e pubblicato nei giornali il 15 novembre 2009, che “non era più interessato ad Assisi”. Non è forse vero? Altro fatto. L’eventuale candidatura di Ricci a consigliere regionale del Pdl, una volta svanita quella a presidente della giunta, comunque avrebbe tolto a Mantovani la possibilità di essere eletto alla Regione. Infatti quest’ultima mancata candidatura di Ricci gli ha dato la possibilità di essere eletto con i voti di Assisi. Da qui il perché del suo attuale appoggio, senza se e senza ma, a Ricci e il suo astio nei miei confronti, reo di rompere le uova nel paniere. Di conseguenza, sempre su forti suggerimenti dello stesso e del “gruppetto”, il sindaco è stato indotto a cacciarmi dall’amministrazione togliendomi le deleghe senza un valido motivo amministrativo, ma solo per ragioni personali. Altro fatto. Prima che mi cacciasse, tramite un “ambasciatore”, Ricci mi ha proposto di ritirarmi da candidato sindaco, in quanto lui, dopo due anni, avrebbe abbandonato il Comune, lasciando a me la possibilità di svolgere le funzioni di sindaco. Un soggetto che si candida a sindaco di Assisi già pensa fin d’ora di partirsene dopo due anni? Sono convinto che questi stili politici “usa e getta” non piacciono alla gente, che vuole solo essere ben amministrata. Direi che è ormai opportuno, ed è questo l’invito, che Mantovani faccia minori ingerenze sul nostro territorio sia per non creare ulteriori confusioni, che vanno sì a vantaggio di carriere politiche, ma non dei cittadini di Assisi, sia perché, di fronte a tale invadenza, pensiamo di avere sufficiente esperienza amministrativa ed anche perché agli Assisani non piace essere colonizzati.
Giorgio Bartolini Candidato sindaco
Corriere-2010-12-19-pag22