LA STORIA
«Devi pagarmi dieci mesi di affitto arretrato, raccogli i tuoi stracci e vattene da casa mia». Lo ha urlato di notte, suonando ripetutamente al citofono e spaventando la famiglia dei suoi affittuari. Morosi sì, ma che non avrebbero evidentemente essere tormentati così, secondo la procura che ha mandato un’anziana a processo per molestie, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose. Soprattutto per il trauma e le conseguenze patite dalla figlia piccola della coppia di inquilini non paganti che da allora «sobbalza ogni volta che qualcuno suona il campanello di casa». A raccontare questa storia davvero molto particolare è PerugiaToday. Secondo la denuncia – la storia risale all’estate del 2017 la padrona di casa, una vigorosa settantenne difesa dall’avvocato Vittorio Lombardo, a notte inoltrata si è presentata sotto l’abitazione di sua proprietà a Bastia e si è letteralmente attaccata al citofono dei suoi inquilini per un’ora. Urlando le sue ragioni e finendo dalla parte del torto, tanto da beccarsi la denuncia e poi un processo. Prima di quella notte, si era presentata più volte chiedendo i suoi soldi per gli affitti arretrati, ma senza successo. Fino a quel blitz all’alba: dalle 4.25 alle 5.30 a suonare il campanello, svegliando l’intero palazzo. Subendo, oltre al processo, anche la beffa che gli affittuari assistiti dall’avvocato Annalisa Checché si sono costituiti parte civile, pronti a chiedere il risarcimento dei danni.
E. Prio.
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