Bastia

A «Oicos Riflessioni» il filosofo Emanuele Severino

Ragionamenti sulla “ragione”


BASTIA UMBRA – Occhi puntati su Emanuele Severino, penultimo ospite dell’Oicos Festival 2007, nonché chiave introduttiva alla tematica che Paolo Assideri, presidente dell’Associazione culturale Oicos Riflessioni, intende sviluppare durante il prossimo anno di attività. La relazione del filosofo avrà luogo presso la piazza Mazzini di Basta Umbra alle ore 18; il tema specificatamente trattato si intitola “Ragion d’Occidente”. Ansideri ha colloquiato con Severino, anticipando alcuni stralci della relazione.
Iniziamo il nostro discorso sul tema ‘Ragionar d’occidente”. A conclusione di Oicos Festival dedicato al “senso della terra”, abbiamo inserito le due sponde del mediterraneo che si confrontano e a volte si confondono proprio nell’interpretazione di “ragione”. La ragione viene magari intesa, su entrambe le sponde, in modi differenti, e che probabilmente è o non è un’unica forma di razionalità. Cosa è questa cosa che noi chiamiamo ragione?
“Credo che si debba distinguere tra il modo in cui la ragione è recepita dalle masse d’occidente e arabe o comunque musulmane e che si debba distinguere il modo della ricezione della ragione dalla parte della masse dalla ragione in quanto tale. C’è un’evidente discrepanza tra la mentalità della massa occidentale e la mentalità delle masse arabe musulmane. C’è una discrepanza, uno stile di vita diverso. Però, se si considera la ragione in quanto tale, allora dovremmo ridurre la discrepanza tra quelle che lei ha chiamato le due sponde; dovremmo dire che la ragione della cultura musulmana è identica alla prima fase della ragione dell’occidente in un senso molto specifico, che alla base della teologia dell’Islam, cioè della riflessione razionale sulla rivelazione cristiana e coranica, alla base della teologia dell’Islam e del Cristianesimo, c’era la stessa forma di ragione, cioè la ragione greca. Se allora ci rendiamo conto della priorità di questo senso della ragione -la ragione in quanto tale rispetto al modo in cui la ragione viene percepita dalle masse se teniamo ferma questa priorità della ragione, allora possiamo dire che le radici dell’Islame dell’occidente, le radici razionali, sono le stesse. Tant’è vero che è la stessa operazione compiuta da Avicenna e da Tommaso, rispettivamente in campo islamico e in campo cristiano, Avicenna, ammiratissimo tra l’altro da Tommaso, intende mostrare l’armonia, la conciliabilità e anzi la conciliazione, la solidarietà tra ragione, che vuol dire ragione greca, e rivelazione coranica. Nello stesso modo Tommaso d’Aquino intende mostrare la conciliabilità, la conciliazione, l’armonia ha rivelazione cristiana e ragione, che anche per Tommaso è sostanzialmente la ragione aristotelica e cioè la ragione greca.
Da questo punto di vista allora non si deve parlare di uno scontro tra due forme di ragione, ma si deve parlare della situazione nella quale la stessa ragione sulla sponda nord del Mediterraneo si è evoluta ed è diventata filosofia moderna, criticismo, critica della religione; sull’altra sponda, la sponda meridionale o comunque del mondo islamico, quella stessa ragione si è sostanzialmente fermata al tempo della filosofia, della riflessione razionale medievale. In questo senso ad ora si può dire che lo scontro tra le due forme di razionalità è lo scontro tra un seme che non è germogliato e quello stesso seme che ha dato germogli, che tra l’altro stanno conducendo alla distruzione di quel seme. Questo avviene anche in campo botanico dove la fioritura dell’albero distrugge il seme.
Si può dire che questo seme di cui lei parla è l’interpretazione del nulla?”
“No, è qualcosa di più. E’ la filosofia greca e nella filosofia greca la riflessione sull’essere e sul nulla è fondamentale, sta al centro e si propaga sia nella teologia islamica. sia nella teologia cristiana. Sono d’accordo sul fatto che la filosofia greca è impensabile indipendentemente dalla grande contrapposizione tra essere e nulla, indipendentemente dal senso del divenire, che è identico nella prospettiva monoteistica non trinitaria islamica, dove c’è un Dio creatore dal nulla e nel monoteismo trinitario cristiano dove c’è ugualmente il concetto della creazione dal nulla. Lì c’è soltanto la differenza nella struttura del Dio, che da un lato non è trinitario, mentre nel Cristianesimo è trinitaria; ma l’essenziale è che in entrambi i casi il Dio è creatore, è il Dio creatore che si afferma nella grande riflessione filosofico-teologica del medioevo sul messaggio cristiano e, dalla parte islamica, sul messaggio coranico.

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