Luciano Rossi con due sottosegretari. L’anatema contro Ventura e Calabrese 
 
 BASTIA — Tanti e galvanizzati dal «richiamo alle armi» annunciato, tramite il coordinatore Luciano Rossi, da Silvio Berlusconi il cui messaggio è risuonato due giorni fa alla riunione romana dei coordinatori regionali. All’incontro programmatico-festoso di ieri sera si è riflettuto anche sulle riforme umbre che, a quanto sembra, ora tutti vogliono cavalcare. Dominano due verbi: «Razionalizzare, semplificare». Indici puntati contro quel grande arcipelago di enti ed entarelli che «senza efficienza mangiano milioni e milioni di euro». Refrain più volte colto nel salone: «Ora sembra se ne sia accorta anche la Lorenzetti. Vedremo se sarà capace di passare dalle parole ai fatti». Luciano Rossi è stato messaggero del Berlusconi-pensiero: «C’è da rimboccarsi le maniche e da sfoderare l’orgoglio che avvertimmo quando liberamente scegliemmo di cercare altre vie per il nostro Paese». Gli azzurri dell’Umbria, riflette Rossi, «mostranouna meravigliosa consapevolezza e uno straordinario spirito di militanza. Tutti insieme vogliamo ribadire la voglia di cambiamento, specialmente nel modo d’essere di una regione che da troppo tempo ha costruito il proprio potere sul clientelismo garantito a molti e sulla più forsennata concessione di costosi privilegi garantiti a chi portava o cumulava voti. Noi siamo determinati ad indicare agli umbri le strade della libertà personale e del desiderio di iniziativa. E non ci scalfiscono gli squallidi tradimenti che abbiamo subito nelle ultime settimane». Riferimenti più che espliciti alle defezioni registrate a Perugia e a Terni. Contro le quali si è scagliato anche Gianluigi Rosi, già candidato a sindaco di Perugia: «Questi signori, mossi solo da sete di conquiste personali, dovrebbero ora affrontare una civilissima scelta: si dimettano dalle cariche elettive che hanno conquistato grazie a Forza Italia». Si è parlato di strategie elettorali e di candidature. «Stavolta niente proconsoli venuti da lontani. I candidati siano umbri a 360 gradi».
Gianfranco Ricci

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