Bastia

A Bastia Umbra un’opera teatrale di Zigrino

Tanta gente alla presentazione del libro di Mirti
La giornata della memoria fa centro anche a Cannara


CANNARA (v.a.) – Grande coinvolgimento del pubblico di Cannara presente domenica al teatro Thesorieri in occasione dell’evento organizzato dall’amministrazione comunale per celebrare la Giornata della Memoria: la presentazione del libro “La società delle mandorle” scritto dall’assisano Paolo Mirti. A introdurre il tema, il sindaco Giovanna Petrini, che ha ricordato il percorso istituzionale che ha portato, con la legge 211 del 2000, alla Giornata della Memoria, con l’obiettivo di commemorare le vittime della Shoah. Sono intervenuti l’autore del libro; il giornalista Rai Alvaro Fiorucci e Grazia Viterbi, una delle protagoniste delle vicende narrate nel testo, che raccontano come la città di Assisi abbia nascosto e salvato molti ebrei durante le persecuzioni. Il libro è stato scelto dal presidente della Regione Lorenzetti come testo scolastico, utile per non dimenticare i tragici avvenimenti di 63 anni fa. Durante la serata sono stati letti da Carmine Buro e Isabelle Ceppitelli alcuni brani del testo. Anche il Comune di Bastia Umbra ha deciso di festeggiare la giornata della memoria con un’opera scritta e diretta da Angelo Edoardo Zigrino dal titolo “Questa è casa mia”. Lo spettacolo sarà in scena oggi al teatro Esperia con un doppio appuntamento: alle 10, per i ragazzi di tutte le scuole, alle 21,15, per coloro che non vogliono dimenticare le atrocità delle persecuzioni contro gli ebrei e gli orrori della guerra. L’iniziativa è a cura dell’assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Associazione nazionale combattenti e reduci della sezione di Bastia Umbra. “La guerra – è scritto nella presentazione dello spettacolo – oggi la vediamo in televisione, come in un film, magari americano, ci appare più distante, anche se in contemporanea, quasi non ci accorgiamo più se è finzione o realtà. Dimentichiamo gli orrori delle grandi cifre e ci allontamamo sempre più dal sentire quanto e ingiusta, quanto è disumana, quanto è da esecrare. Per questo il lavoro si configura come una breve memoria, ma intensa, di ciò che una guerra significhi per chi ne è stato appena sfiorato, vista nelle piccole cifre o addirittura nei singoli nomi dei protagonisti inconsapevoli e involontari”.
La risposta delle nuove generazioni è stata significati e il particolare fa ben sperare.
Certo non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti si rischia di perdere di vista l’obiettivo finale. E vista la delicatezza della materia è cosa buona e giusta fare attenzione.

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