Bastia

A Bastia si candida Mascio, è alta tensione nel Pd

A sorpresa l’assessore regionale decide di scendere in campo in una delle zone più a rischio per i Democratici



La giustificazione Il segretario regionale del Pdci Carpinelli:“Il centrosinistra non ci ha voluto nella coalizione”

PERUGIA – Scuro in volto il segretario Alberto Stramaccioni, Piero Mignini vociante e contrariato attaccato al telefono e un po’ tutta la cabina di comando del Pd ad oscillare tra stupore e rabbia. Così è stata accolta la candidatura, inutile aggiungere molto a sorpresa, dell’assessore regionale ai Trasporti del Pdci, Giuseppe Mascio. Candidatura a sindaco, quella di Mascio, non in un posto a caso ma in quel vero e proprio campo minato che si chiama Bastia Umbra. Una trincea che in casa Pd qualcuno dà già per persa e che comunque tutti catalogano come uno dei punti deboli del centrosinistra a queste amministrative.
D’altronde la candidatura a sindaco di Giuseppe Criscuolo del Pd è uscita dopo un vero e proprio rodeo prima all’interno del partito e poi nella coalizione. Un rodeo che ha lasciato a terra molti insoddisfatti e per i vertici del Pd non è stato facile rimettere insieme i cocci e mettere una toppa. Però alla fine una piccola tregua, ma davvero piccola, è stata firmata e Criscuolo ha cominciato la corsa tutta in salita per cercare di giocarsi la partita con il candidato del Pdl, Stefano Ansideri. Ora, la candidatura di Mascio, rimette in discussione quel fragile equilibrio che si era trovato nel centrosinistra. Fiutata l’aria di tempesta, che tira dalle parti di piazza della Repubblica, il segretario regionale del Pdci, Roberto Carpinelli, cerca di mettere, come può, le mani avanti: “Corriamo da soli alla poltrona di primo cittadino di Bastia Umbra – dichiara Carpinelli – dopo che il centrosinistra ha posto il veto riguardo la nostra presenza nella forza di coalizione”.
A chiudere, lo zuccherino per addolcire l’amara pillola che il Pd deve ingurgitare: “Con questa mossa non ci poniamo con il centrosinistra – continua Carpinelli – anzi diamo fin da ora la nostra disponibilità ad eventuali apparentamenti post-elezioni, ma in questa fase dopo il veto della coalizione non avevamo altra strada che correre da soli contro il centrodestra”.La giustificazione regge oppure no? Per tutta la giornata è inutile girare l’interrogativo o chiedere un commento a vertici Democratici: silenzio e ancora silenzio. Ma nel silenzio scorrono sia la rabbia che il veleno. Per quanto riguarda il secondo tutti puntano lo sguardo verso palazzo Donini, formulando la seguente domanda: la presidente Lorenzetti come mai non ha mosso un dito per impedire che Mascio andasse a complicare la vita al suo partito? Interrogativi, senza una risposta ufficiale. Nel tardo pomeriggio da palazzo Donini si fa filtrare la seguente interpretazione dei fatti: Mascio è partito in quarta e non c’è stato verso di fargli cambiare idea.
Morale provvisoria: Stramaccioni e colleghi si ritrovano tra le mani l’ennesima patata bollente. E tocca loro cercare di raffreddarla. Anche se questa volta sembra maledettamente difficile.


P. P. BUR.


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