Bastia

A Bastia il battesimo del popolo finiano

Fli La convention
Appello al leader: costruisci la nuova destra
Fini Primo giorno col saluto del presidente, attesa per il discorso di oggi
BASTIA UMBRA – Luca Barbareschi ha appena terminato di recitare il “Manifesto per l’Italia”, quando la musica di Morricone in sottofondo viene coperta dal grido “Fini, Fini, Fini”. L’ovazione accompagna il presidente della Camera mentre attraversa la platea degli oltre 5mila delega-ti giunti a Bastia Umbra per la prima convention di Futuro e libertà per l’Italia. In prima fila, in tailleur pantalone nero e camicetta crema, c’è la compagna, Elisabetta Tulliani, che lo abbraccia prima di salire sul palco. Seduta poco più in là c’è anche la ex moglie di Fini, Daniela Di Sotto. Il leader di Fli guarda la platea soddisfatto. “Vi abbraccio tutti – dice – ho vissuto tanti momenti commoventi, ma quello di oggi è irripetibile perché dimostra che in Italia perché dimostra che in Italia c’è ancora una politica fatta all’insegna degli ideali”.
Fini non vuole stemperare l’entusiasmo della platea, ma neanche anticipare quello che sarà il suo discorso di questa mattina, a conclusione della convention. “Penso che nessun traguardo possa esserci precluso – dice – però ogni obiettivo può essere raggiunto. E abbiamo, lo dirò meglio domani, obiettivi ambiziosi”. E aggiunge: “In Italia c’è ancora la possibilità di una politica fatta unicamente all’insegna di un ideale senza interessi, senza carrierismi, per il perseguimento del bene comune”.
L’Inno di Mameli. Un antipasto di quello che il presidente Fini dirà questa mattina. Ma comunque, il momento più atteso della prima giornata della Convention di Futuro e libertà per l’Italia, che si è aperta con gli oltre 5mila delegati, giunti da tutto il Paese, a cantare l’Inno di Mameli. Luci accese sul palco; a predominare è l’azzurro, un tempo il colore di Forza Italia. Sui sei maxischermi sono proiettati il simbolo e lo slogan del movimento finiano.
I colonnelli. Dopo questo primo assaggio del verbo finiano, sono i colonnelli di Fli a parlare. Falchi e colombe, come si sono mostrati in queste ultime ore a seconda dell’atteggiamento da tenere nei confronti del Governo e del Pdl. “Non siamo una destra ornitologica volatile, ma un movimento al servizio di tutti, che guarda ad una nuova coesione nazionale”, taglia corto il capo-gruppo di Fli al Senato, Pasquale Viespoli. Che aggiunge: “Da Fini domani (oggi, ndr) verranno parole forti. Ma il gesto forte che tutti si aspettano è già nella convention di oggi, è nei fatti”.
Il ministro Andrea Ronchi, rimette la palla al centro: “Chi pensa che abbiamo fatto tutto questo per staccare la spina e per fare di Gianfranco Fini, che può diventare il leader di tutto il centrodestra, il capo di un piccolo partitino è in errore”. E ricorda che Fli “non è uno strumento contro qualcuno o qualcosa”, ma uno strumento “per ridare slancio all’azione di governo”.
Non ha certamente parole da colomba il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino: “Questa gente – dice dal palco rivolto a Fini – ti chiede di costruire una nuova destra, come quella che c’è in Francia, Germania, Inghilterra. Devi avere coraggio, lo stesso coraggio che hai avuto quando hai osato alzare il dito contro una ingiustizia”. Il riferimento è a quel “Che fai, mi cacci?” con il quale Fini sfidò Berlusconi lo scorso 22 aprile alla Direzione nazionale del Pdl. “Ventimila iscritti – aggiunge Bocchino – cento circoli di Generazione Italia. Questi sono i tuoi uomini caro Gianfranco, uomini pronti a farti da scudo umano di fronte a chi vuole distruggere la forza che rappresenti”. “Questa gente – conclude – chiede, dopo una lunga esperienza fatta di luci ed ombre ed irreversibilmente conclusa dopo 17 anni, di costruire il vero centrodestra. E solo tu, Gianfranco, puoi osare. Costruisci un partito diverso dal Pdl, un partito che faccia della partecipazione di tutti, della democrazia interna una regola”. Più che un falco, un motivatore. Se mai ce ne fosse bisogno.
di MASSIMO SBARDELLA

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