Va avanti il progetto finanziato dalla Regione con più di 820mila euro I primi 4 sono in fase avanzata di realizzazione, gli altri lo saranno a breve
di Anna Lia Sabelli Fioretti
PERUGIA – Sullo smaltimento dei rifiuti è ormai una diatriba infinita tra cittadini, associazioni, gestori e amministrazioni ma sulla riduzione dei rifiuti sono tutti d’accordo:è
uno dei passaggi obbligati per risolvere, sia pure in parte,il problema delle discariche. Per questo sono nate le isole ecologiche,il mercato solidale del Mato Grosso,le fontanelle pubbliche,i
dispensatori di detersivi sfusi e tanto altro. Per questo la Regione, con il decreto 451 del 2015 ha adottato il programma di “Prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti” che
prevede la creazione ed il finanziamento di “Centri del riuso” dovei cittadini possono portare “beni ed oggetti non più di loro interesse che sarebbero destinati a diventare rifiuti ma che potrebbero
invece ancora essere utilizzati, quindi avere una seconda vita”.Nel luglio del 2016 sono arrivatele “linee guida” perla realizzazione e la gestione dei Centri, a settembre del 2016
la giunta regionale ha deciso di stanziare 75mila euro per ciascun centro e nell’ottobre è stato redatto lo schema tipo delle convenzioni da stipulare con le parti interessate.
Al bando hanno partecipato 11 Comuni che sono stati tutti finanziati per complessivi 821.090 euro: Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio,Marsciano,Panicale,Perugia,.
Terni e Umbertide. Alcuni di loro, per esempio Panicale, Gualdo Tadino e Corciano, sono già in stato avanzato di realizzazione, hanno individuato i gestori e stanno per presentare il progetto
alla popolazione. L’obiettivo è quello di salvare dalla discarica oggetti che possono essere aggiustati, rimessi a posto e riutilizzati. Quali? Un po’ di tutto, dai mobili alle apparecchiature elettriche
ed elettroniche, dagli indumenti, giocattoli, pubblicazioni agli articoli per l’infanzia (quante famiglie hanno ancora nel ripostiglio delle carrozzine, lettini, seggioloni in ottimo stato e non
sanno cosa farne), alle biciclette e alle attrezzature sportive. Quale vantaggio il cittadino potrà trarre dal Centro? “Se uno porta una seggiola che non gli serve e trova una lampada che invece dovrebbe comprare se la porta via” spiega l’assessore Fernanda Cecchini: “E’ un po’ il principio del baratto. Ma può anche non portare nulla e prendere qualcosa. E’ una sorta
di mercatino dell’usato dove però non si paga nulla. L’era del consumismo sfrenato ha provocato molti danni.Oggi è arrivato il momento di sensibilizzare le persone perché
c’è un enorme bisogno di ridurre i rifiuti. Il principio è quello che se hai qualcosa che non ti serve più e te ne vuoi disfare non lo devi portare in discarica ma in un
centro del riuso per metterlo a disposizione di chi ne ha bisogno.Questo è un progetto ha un forte valore educativo ma anche sociale, permette di contrastare la cultura
dell’uso e getta e di affermare il valore etico della lotta allo spreco”. Le modalità di apertura e di gestione le decideranno i vari Comuni. “Sicuramente tutto questo sarà gratuito per i cittadini,
poi saranno le amministrazioni locali, alle quali andranno i 75mila euro, ad occuparsi del progetto: a trovare una sede ed un gestore. Noi consigliamo di rivolgersi prima di tutto alle associazioni
di volontariato”.
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