L’articolo di fondo di oggi del direttore del Direttore del Corriere dell’Umbria, ha con chiarezza analizzato il ribaltone di Assisi che ha visto il Centrodestra  consegnare su un piatto d’argento l’Amministrazione di Assisi al PD.  Leggere quell’articolo serve a togliere dal campo congetture e insinuazioni, tradimenti e complotti e riportando il lettore con i piedi per terra, individua i motivi e le responsabilità con chiarezza.

Di seguito alcuni passaggi significativi tratti dall’articolo:

“Nel turno di ballottaggio il centrodestra ha consegnato dopo quasi un ventennio, dal 1997 per la precisione, l’amministrazione al centrosinistra. Questo il dato incontrovertibile di partenza. Il nuovo sindaco è Stefania Proietti, espressione civica appoggiata dal Pd, premiata con circa il 54 per cento dei voti, lo sconfitto è Giorgio Bartolini, sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e una lista di fedelissimi. Senza troppi fronzoli e ghirigori di parole, va detto che il centrodestra  farsi del male come nella classica politica tafazziana perché si è presentato all’appuntamento elettorale con ben quattro candidati. Troppa fatica e troppa intelligenza cercare di mantenere la sindacatura nella città di San Francesco… Che per inciso non è un Comune qualsiasi con tutto il rispetto per gli altri 91 di questa piccola regione, capoluoghi compresi.

E quindi la coalizione ha dato prova della propria incapacità di difendere la fascia tricolore, anzi si è fatta divorare fino all’ultimo dai litigi e dai personalismi. Una cecità senza precedenti che testimonia un male di fondo, e cioè la mancanza di una regia, di un gruppo pensante, di qualcuno che obbligasse i tanti galli a smettere di cantare. Per il bene superiore, per mantenere la guida di Assisi, per non andare incontro alla sconfitta. E purtroppo anche questa sconfitta è orfana, non ha padri né madri. Di solito quando si perde una battaglia se ne prende atto, si rispetta il volere dei cittadini e se ne traggono le conseguenze”.

 

Nel seguito dell’articolo il Direttore individua con chiarezza i responsabili della disfatta:

 

“Infatti ai capi locali dei partiti del centrodestra non è passato neppure per l’anticamera del cervello di andarsene, ma neanche di riunirsi per analizzare il voto, riflettere sull’accaduto, interrogarsi sulla disfatta.

No, a parte il comunicato di circostanza, l’atteggiamento è stato quello di vedere il bicchiere mezzo pieno, alias la conquista di Amelia, o tutt’al più qualche polemichetta interna tra questo o quell’esponente.

Ma il ribaltone di Assisi ha responsabilità precise che corrispondono a nomi e cognomi. Il primo dei quali è quello di Claudio Ricci, pure lui attaccato con il bostik allo sgabello di portavoce del centrodestra in consiglio regionale (portavoce di che non si capisce e di chi nemmeno dal momento che per fare un dispetto ai suoi ha presentato un proprio candidato a sindaco) che dopo un ventennio di funzioni tra vicesindaco e sindaco ha rimediato una pessima figura con la sua Buini che ha ottenuto un misero 3 virgola qualcosa. Ricci che appena un anno fa sfiorò l’impresa per la Regione ha lavorato per lacerare ancora di più la coalizione, ignorando dove si trova l’onestà intellettuale quando ancora oggi scrive che la sua candidata rappresentava il nuovo. Forse Ricci pensava che gli assisani avessero l’anello al naso. Beh, si è dovuto ricredere.”

Nel 2019 si voterà a Bastia e quindi spero che il Centrodestra impari da quanto accaduto ad Assisi per evitare gli stessi errori.

Nell’interesse della città è bene che le elezioni comunali, chiunque vinca, lo faccia per i propri meriti e non per abbandono dell’avversario.

Francesco Fratellini

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