Una originale proposta in ricordo dell’artista napoletano, stasera al Cinema Esperia di Bastia Umbra
di Anna Lia Sabelli Fioretti
BASTIA UMBRA – Pino Daniele visto senza maschera , con i suoi pregi e i suoi difetti così come lui stesso guardava con occhio disincantato la sua Napoli, amata e sofferta, tanto spesso raccontata senza veli nelle sue splendide canzoni. L’omaggio al cantautore napoletano scomparso non è un concerto vero e proprio. Arriva da “I nero ametà”, la band con la quale Pino Daniele ha prodotto il terzo disco in studio dal titolo, appunto, “Nero a metà”, e da Demetrio Catillo, attore e autore che, con la regia di Paolo Cardinali, metterà in scena stasera “La maschera di Pino” uno spettacolo misto di musica, pensieri e parole, dedicato si a Pino ma anche alla sua città. “E’ soprattutto un racconto della napoletanità, dal dopoguerra alla fine degli anni ’90, con tutti i vizi e le virtù che Daniele non ha mai nascosto nei testi dei suoi successi” precisa Cardinali ” Per quanto riguarda la musica nei 16 brani che verranno eseguiti c’è la parte più blues del cantautore, quel blues mediterraneo “nero a metà” nel quale lo slang napoletano si mescola a quello americano”. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Esperia e da Zona Franca, è fatto di canzoni ma anche di brani recitati da cui emerge la filosofia pratica e disincantata di un popolo tradizionalmente sfruttato dai potenti, disprezzato ed asservito, che si è sempre dovuto arrangiare in modi leciti ed illeciti per sopravvivere. Per quanto riguarda la musica, soprattutto degli anni ’80 e ’90 si parte da “Suonno d’ajere” , si prosegue con “Na tazzulella ‘e café, attacco alla classe politica dell’epoca che favoriva le costruzioni abusive e le collusioni con la malavita, fino a “Je so’ pazzo”, immedesimazione con Masaniello e “Napul’è”, il malinconico e struggente ritratto di una città afflitta da tanti problemi nell’indifferenza del resto del Paese e nella rassegnazione dei suoi abitanti. E’ possibile prenotare i biglietti (10 euro) con tickeitalia. Il testo di Catillo prende spunto, nell’impianto narrativo, dal teatro di Eduardo del quale è possibile cogliere diverse citazioni.
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