L’ALLARME DOPO LA FAMIGLIA INTOSSICATA A BASTIA UMBRA E L’UOMO «AVVELENATO» A SPOLETO
La partita di pesce ritirata da supermercati e ristorante. Analisi allo Zooprofilattico
CONTROLLI SUI CAMPIONI E’ la percentuale di istamina nei tranci a provocare la «sindrome sgombroide»
PERUGIA – È STATA ritirata dal commercio la partita di tonno che venerdì scorso ha causato l’intossicazione di un’intera famiglia di Bastia Umbra e, nelle stesse ore, il malore di
un uomo a Spoleto. Due episodi distinti ma collegati tra loro. Lo riferisce il dottor Enrico Monsignori, responsabile del Servizio di igiene degli alimenti di origine animale della Usl Umbria 1, che sta conducendo gli accertamenti insieme ai colleghi della Usl Umbria 2. SONO più di quattro i chili di pesce finiti sotto sequestro e sottoposti alle analisi di laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale regionale, che già domani potrebbe rendere noti i risultati, sciogliendo ogni dubbio sulla vicenda. Saranno gli esami tecnici, dunque, a stabilire le cause esatte della sindrome sgombroide: ovvero la tossinfezione alimentare diagnosticata dai medici di Foligno ai cinque familiari di Bastia, arrivati al pronto soccorso con violenti disturbi dopo aver mangiato tranci
di tonno fresco acquistati in un negozio della zona. La stessa patologia che, con ogni probabilità, ha colpito anche l’altro consumatore spoletino.«LE SEGNALAZIONI ricevute
– spiega Monsignori – hanno fatto scattare immediatamente le procedure per rintracciare il prodotto.Grazie ai controlli – aggiunge – sono stati individuati i due lotti di tonno «incriminati», commercializzati dalla stessa ditta ma in punti- vendita diversi». Il pesce tossico arriverebbe dalla Spagna, mentre umbra è la ditta che lo ha messo sul mercato. La stessa che ha provveduto
a ritirare la merce sospetta dai negozi riforniti (in primis quello di Bastia), bloccando anche la parte legata a quel lotto che era stata acquistata da un ristorante. I CONTROLLI sui campioni
analizzati serviranno a conoscere la percentuale di istamina presente nel tonno alterato, una delle sostanze tossiche implicate nella sindrome sgombroide. «Il tonno – fa sapere Monsignori – è ricco di istidina, un aminoacido che a determinate condizioni si trasforma in istamina; questo può dipendere da una cattiva conservazione del pesce o da un trattamento inadeguato
subito dopo la sua cattura».NON SI ESCLUDE però l’ipotesi che il tonno fosse già malato. Per quanto poco conosciuta, la sindrome ha una lunga lista di casi accertati alle spalle. «Ma quasi tutti –
osserva l’esperto – sono collegati al consumo di tonno sott’olio e non fresco». Per la comparsa dei sintomi dell’intossicazione basta un semplice boccone ma, sottolinea Monsignori, «ogni organismo reagisce in modo diverso, a seconda del proprio metabolismo». Certo è che l’istamina, una volta prodotta, non viene più distrutta, neanche dalla cottura. Prevenire la sindrome
è difficile, considerato che il pesce contaminato non perde le sue caratteristiche organolettiche, risultando dello stesso gusto di quello correttamente conservato e privo di tossicità.
Chiara Santilli
FOCUS La sindrome
La sindrome sgombroide, precisano dalla Usl Umbria 1, è una «patologia benigna ».Significa chenoncomporta nessun problema infettivo ed è autolimitante: si risolve quando l’organismo
ha smaltito l’istamina che ha provocato i sintomi, come accaduto alla famiglia di Bastia
Partita ‘incriminata’
Gli operatori della Usl Umbria 1 hanno subito sequestrato il tonno nel punto vendita di Bastia, dove la famiglia intossicata lo aveva acquistato poco prima di cucinarlo
a casa. Si tratta di una partita di oltre quattro chilogrammi, proveniente dalla Spagna e commercializzata da una ditta umbra
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