IL GIALLO DI BASTIA

Il trentunenne, un ragazzo tranquillo e poco conosciuto in città. L’aggressione da un bandito solitario è stata improvvisa e alle spalle

Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere della zona per riuscire ad individuare il tragitto di vittima e aggressore

Gli investigatori danno la caccia all’aggressore. Ospedale blindato

PERUGIA –C’E’ UNA PISTA per la brutale aggressione di Bastia Umbra. Una strada precisa imboccata dai carabinieri della compagnia di Assisi e da quelli del comando provinciale di Perugia che presto potrebbe portare all’individuazione dell’aggressore del trentunenne ferito con 28 coltellate che hanno raggiunto anche milza (che gli è stata asportata) e polmone. Il giovane è ancora ricoverato, ovviamente, ma è stato trasferito nel reparto chirurgia da quello di terapia intensiva del Santa Maria della Misericordia. E’ sotto stretto controllo sia sanitario che delle forze dell’ordine.
DUE GIORNI FA il ragazzo è stato risvegliato e sembra abbia potuto aggiungere dettagli importanti agli investigatori anche nel corso della giornata di ieri. Una ricostruzione che, unita ai dati tecnici già acquisiti nel corso delle indagini frenetiche di questi giorni, potrebbero condurre a una svolta importante per capire chi è l’aggressore e il perchè dell’agguato. Chi ha colpito, infatti, voleva uccidere.
IL TENTATO OMICIDIO risale alla notte tra sabato e domenica. Quando il trentunenne è stato accoltellato alle spalle tra via Vittorio Veneto e via San Vitale. Ai primi soccorritori ha detto di non aver visto, ma non è escluso che, nelle ore successive, prima di andare in sala operatoria possa aver manifestato un suo dubbio sulla natura del blitz. Che l’aggressore lo abbia quasi colto di sorpresa invece sarebbe ‘provato’ dal tipo di ferite riportate. Il giovane è stato massacrato senza avere il tempo di difendersi. L’indagine – coordinata dal pm Valentina Manuali – è blindatissima ma, come detto, i carabinieri lavorano su un aggressore solitario e forse temono addirittura ritorsioni se nei corridoi dell’ospedale la situazione è tenuta sotto stretto controllo. Sia per poter svolgere i primi interrogatori nel massimo riserbo che per evitare visite inattese.
Erika Pontini

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