raspaSalvati dal fatto di trovarsi in una piazzetta. Sono un gruppo di amici tra cui due bastioli e un assisano

ASSISI Ci sono anche due bastioli e un assisano tra gli scampati dal terremoto che sabato scorso ha colpito Kathmandu, la capitale del Nepal: si tratta di Roberto Raspa di Bastia Umbra, della sua compagna Valentina Tritoni, e di una coppia di amici dei due, Stefano Berardi di Santa Maria degli Angeli e la moglie (folignate) Valentina Silvestrini. I morti, secondo gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno nepalese, sono oltre 4500 (la maggior parte di persone che ha perso la vita si trovava in Nepal, ma ci sono 66 vittime anche in India, 25 in Tibet 17 in Cina), mentre i feriti sono circa 8000. In alcuni villaggi,il 70 per cento delle abitazioni è stato completamente distrutto. Un milione sono i senzatetto e oltre sei milioni e mezzo le persone che soffrono gravissimi disagi a causa della scarsità di viveri, luce elettrica e carburante. Una quarantina gli italiani dispersi, mentre sono quattro i morti: si tratta Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, due dei quattro speleologi italiani del Soccorso alpino che si trovavano a Langtang. Renzo Benedetto e Marco Pojer, sono morti invece travolti dalla frana che li ha sorpresi mentre si trovavano a 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu. I quattro umbri hanno confermato di stare bene, di essere in India e di voler proseguire il giro che avevano in programa (la parte dell’Uttar Pradesh): il rientro è previsto il cinque maggio. I quattro, mentre la scossa di terremoto faceva tremare la terra, erano all’aperto in una piazzetta, e come hanno raccontato al sito web Umbria Domani, hanno avuto “solo tanta paura. Il terremoto – ha spiegato Raspa,lo conosciamo bene e abbiamo cercato un posto più sicuro possibile. Poi uno sguardo alla mappa ci siamo diretti fuori città di corsa e preso un taxi. Alle 13 ora locale, dopo un’ora dal sisma eravamo già al sicuro sul piazzale dell’aeroporto”. Roberto afferma che sono stati molto fortunati. “Pur essendo nel pieno del sisma – aggiunge ancora Raspa – ci siamo trovati nel posto giusto e questo ci ha aiutati. Attorno a noi a noi, nelle immediate vicinanze, non è crollato nulla di grande ma solo piccole cose”.

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