Visite eccellenti allo stand ad Agriumbria, il presidente Dino Ricci fa il punto
BASTIA – A poco meno di un anno dall’apertura del nuovo impianto di Umbertide, i Molini popolari riuniti (Mpr) hanno potuto presentare al pubblico i propri successi e i risultati ottenuti. Quindici centri di servizi e stoccaggio in tutto il territorio provinciale, 700mila quintali di cereali conferiti da 3mila 500 soci produttori agricoli, sei tecnici per l’assistenza e undici agenti nelle cinque regioni dell’Italia centrale. Numeri importanti, ricordati in occasione di Agriumbria, che hanno ricevuto apprezzamento anche dalle istituzioni locali e nazionali. Lo stand allestito alla manifestazione è stato, infatti, visitato da Catiuscia Marini e Fernanda Cecchini, rispettivamente presidente e assessore alle Politiche agricole della Regione, e da Andrea Olivero, viceministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali. «I Molini popolari riuniti – ha detto Cecchini – rappresentano un esempio di come ci si deve comportare per aggredire al meglio i mercati e le sfide. Stare insieme e fare rete. Solo così hanno potuto raggiungere 60 milioni di euro di fatturato e sono potuti divenire punto di riferimento di migliaia di imprese agricole. Mpr, inoltre, con i suoi prodotti, raggiunge tutto il Centro Italia. È una bella realtà dell’agricoltura umbra ed è fondamentale per la filiera e l’occupazione». «Il nuovo impianto di Pierantonio – spiega Dino Ricci, presidente di Mpr – ha una capacità produttiva di oltre un milione di quintali di mangimi. Attualmente però ne produciamo circa 700mila quintali. Vorremmo, nell’arco di due o tre anni, raggiungere l’ottimizzazione dell’impianto. Il nostro mercato di riferimento, finora, era stato quello delle rivendite, ma con l’apertura del nuovo stabilimento ci stiamo indirizzando verso il settore degli allevamenti da latte e da carne. Per questo abbiamo inserito ulteriori agenti, uno in Umbria e l’altro nel Lazio. La scelta di investire, anche in un momento difficile per il comparto – prosegue Ricci – è stata lungimirante. Oggi, infatti, siamo una realtà in crescita e in grado, ora che iniziano a vedersi i primi segnali di ripresa, di reggere la competizione sul mercato». Investimenti che non sono stati rivolti solo all’innovazione tecnologica e di processo ma anche alla qualità dei prodotti. «Da alcuni anni – evidenzia Ricci – abbiamo fatto la scelta del no ogm. È stata una decisione per noi importante sul piano strategico e commerciale, ma anche impegnativa in termini di costi. Abbiamo infatti implementato in questi anni sia sul piano occupazionale che strumentale l’Ufficio qualità e sicurezza alimentare. Ma questo impegno a garantire la qualità del prodotto e il servizio sono tutti elementi che ci supportano nella crescita in un mercato molto concorrenziale».
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