Grosseto, tentavano di soccorrere uno del gruppo. Il quarto si salva
Katiuscia Vaselli
GROSSETO -INTRAPPOLATI per sempre nel paradiso subacqueo che amavano esplorare: Enrico Cioli, tappezziere di Bastia Umbra aveva 36 anni; Gianluca Trevani, tecnico informatico di Assisi ne aveva 35 e Fabio Giaimo, 57, era anestesista, di Perugia. Un quarto, Marco Barbacci, è riuscito a salvarsi: recuperato privo di sensi dall’acqua, è stato portato in camera iperbarica all’ospedale di Grosseto e già nella serata di ieri era stato dimesso. Sono queste le ultime tre vittime, in ordine di tempo, del mare che non perdona né difetti, né inesperienza.
Ed è proprio partendo da queste due ipotesi che la Procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta: era difettosa l’attrezzatura oppure i tre sub sono morti per malore? Nell’attesa che a rispondere sia l’autopsia, l’unica certezza rimane la tragedia che si è consumata poco prima dell’ora di pranzo nelle acque dell’isola delle Formiche, a Grosseto. È qui che un gruppo di otto amici, tra i quali i quattro sub, tutti con brevetto e che già si conoscevano per la frequentazione del Club subacqueo Thalassa Perugia, si erano recati per una giornata di immersione.
ERANO partiti ieri mattina da Talamone con la barca del diving locale «Abc» e, alle Formiche, si erano immersi. Ad appena 40 metri di profondità, secondo le prime ricostruzioni. Quello che è successo dopo è materiale per l’inchiesta aperta dalla Procura — che al momento non ipotizza alcun reato anche se l’attrezzatura è stata sequestrata — , per la quale indaga la Guardia Costiera di Porto Santo Stefano. I sub erano comunque dotati della propria attrezzatura ma qualcosa (probabilmente anche le bombole) avevano preso in affitto. Sembra che il sub più anziano avesse cominciato a salire in superficie battendosi le mani sul petto, forse per far capire che stava male e allora gli amici, per soccorrerlo, potrebbero aver cercato di riemergere in fretta senza la dovuta decompressione, accusando a loro volta un malore.
A prestare i primi soccorsi, mentre arrivava la Guardia costiera con motovedette e un elicottero decollato da Sarzana, sono stati altri sub che si trovavano su barche diverse e sempre alle Formiche per immersioni: «Stavamo rientrando, era quasi ora di pranzo — racconta Paolo Piccini, chiamato con tutti gli altri per le testimonianze di prassi alla Capitaneria di porto di Marina di Grosseto — quando abbiamo visto galleggiare un corpo e l’abbiamo tirato su. Abbiamo capito che non c’era più nulla da fare. E nel raggio di 200 metri, dalle altre barche urlavano «C’è un sub anche qui!». Poi sono arrivati i soccorsi.
È una mesta processione quella degli amici, che non hanno voglia di parlare: «Siamo partiti per una domenica di divertimento e torniamo con tre ragazzi in meno».

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