violiniPremessa: dalla fine del mio mandato come segretario (svolto senza ricevere alcun emolumento) del circolo comunale nel 2010, svolgo un lavoro in Germania, ma continuo ad interessarmi della vita politica bastiola, pur non facendo più parte degli organi direttivi. Siccome durante la legislatura 2009-2014 ho guidato il PD in una parte di questo percorso, all’indomani della sconfitta elettorale, sottopongo alla pubblica attenzione alcune mie riflessioni personali su quanto accaduto.
Da circa tre anni il PD locale ha deviato rispetto al suo percorso di puro rinnovamento, osteggiando un progetto di ambiguo e maldestro tentativo di ritorno ad una presunta gloria passata. La responsabilità, che va di certo cercata all’interno della dirigenza locale, ricade oggi in primo luogo su chi ha avuto un ruolo di responsabilità apicale. Il giudizio negativo si aggrava per il boom del PD alle elezioni europee, che evidenzia come si sia sprecata una ulteriore occasione di presentare ai cittadini un chiaro e limpido progetto di cambiamento e sfruttare la favorevole onda renziana. L’attuale gestione aveva promesso una forte riorganizzazione del partito, una presenza massiccia nella città ed una mobilitazione di forze senza precedenti, ma nella realtà non ha mai prodotto tutto questo né tantomeno un’efficace azione di opposizione contro un avversario politico, il quale ha vissuto momenti di chiara difficoltà a tenere insieme anime e personalità troppo distinte. A dimostrazione del travaglio vissuto dalla maggioranza ricordo le dimissioni del vicesindaco in polemica con il sindaco, dell’assessore all’urbanistica e la non ricandidatura di personaggi che risultando tra i più votati nel 2009, hanno rappresentato una importante componente dell’amministrazione durante la legislatura.
Ricordo la fase delle primarie Bersani contro Renzi per la candidatura a premier-segretario del PD, durante la quale gli organi del PD locale si schierarono in favore di Bersani e difronte alla sconfitta, non ritennero opportuno il doversi mettere in discussione né tantomeno interrogarsi sul dovere di andare incontro ad una crescente richiesta avanzata dai cittadini di cambiamento della politica, sia nei modi che nelle persone. Cosa più grave si è tentato, con scarso successo, di far credere che tutti possono impersonare lo stesso modello di cambiamento, svelando ancora una volta un esagerato pressappochismo nell’analisi delle situazioni. Non conta più oggi dichiararsi a favore di Renzi –dopo il risultato storico del 41%?-, ma aver capito che non si può fermare un fiume in piena sbarrandolo con le mani e che non si può fermare il tempo e il corso della storia.
A poco servirebbe oggi cercare altrove i colpevoli della sconfitta, quando nel corso di 3 anni si sono susseguiti 5 segretari di circolo, si è assistito alle dimissioni di 2 consiglieri comunali, quando dei tre segretari di circolo in carica solo uno è entrato a far parte della squadra di candidati al consiglio comunale e si è chiesto un evidente sacrificio ad una personalità di pregio nell’area politica, candidata come capolista. Il risultato è un PD che ha raggiunto il minimo storico dal momento della sua fondazione. In aggiunta, la scelta del candidato sindaco è avvenuta nel chiuso di una stanza e con una pericolosa azione oligarchica che poco ha a che vedere con la promessa di apertura propria del progetto pluralista del PD che abbiamo sempre convintamente portato avanti.
Un errore di portata storica è stato ormai commesso ed avrà inevitabilmente delle conseguenze nell’immediato futuro. L’errore va capito, affrontato con autocritica, va proposta una via per la ripartenza e la ricostruzione.
Il PD è una istituzione del nostro paese che saprà trovare a livello locale la forza di ridisegnare una prospettiva per la sua vita interna e per un progetto di città del futuro. Lo farà se si appoggerà sulle forze fresche che si sono avvicinate alla vita politica e quelle che si avvicineranno. In Italia e a Bastia vivono nuove generazioni che affrontano un momento storico senza precedenti, con difficoltà realizzano la propria vita nella città di origine, talvolta non riescono e sono costretti ad affermarsi, loro sì, con le sole proprie forze, magari anche all’estero come me. Mi faccio umilmente portavoce di questa generazione affermando con determinazione l’importanza che ha oggi per la politica liberarsi dal servilismo nei confronti dei poteri e mettere all’angolo chiunque veda nella politica uno strumento per il raggiungimento di interessi personali o particolari e non della comunità. Chi fa politica oggi deve essere preparato, libero, forte, saper guardare in profondità le tematiche, capire le opportunità offerte al proprio territorio dallo stare in Europa. Nelle mille difficoltà dovute ad uno stato inefficiente, la politica deve essere vicina tanto al singolo cittadino quanto alle associazioni, alle imprese che producono, trasformano, commercializzano, offrono servizi. Per fare questo il PD bastiolo dovrà aprire una nuova stagione, senza indugio.
Viva l’Europa, via l’Italia e viva Bastia!

Nicolò Violini
Ex-segretario del PD di Bastia Umbra

 

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