I CADAVERI di Noemi Coscetta e di Antonino Sarica erano «dilaniati». E le cause della morte sono riconducibili ad uno «sfacelo del cranio encefalico e degli arti inferiori in soggetti politraumizzati». Il medico legale Anna Maria Verdelli, consulente della procura, è stata sentita ieri nel processo relativo alla tragedia aerea avvenuta il 21 gennaio 2008 a Costano (Bastia Umbra). «Una morte — ha spiegato l’esperta — compatibile con il precipitare dell’aereo. La giovane Noemi, romana di 24 anni, ed il suo istruttore, 60enne calabrese, è avvenuta in località Sterpaticcio durante un volo di addestramento: il Cessna, decollato da Roma Urbe, precipitò intorno alle 18. Negli atti giudiziari è spiegato che «l’ultimo contatto radio con la torre di controllo dell’aeroporto civile di Perugia-S.Egidio» data le 17.44. Un testimone ieri ha raccontato al tribunale collegiale di Perugia (composto dai giudici Noviello, Volpe e Cataldo) di aver sentito un «forte rumore, poi una serie di scoppi» mentre si trovava a casa della fidanzata, a Trecase, tra Costano e Bastia. «Mi sono unito ai carabinieri per cercare il relitto» ha spiegato l’uomo al pm Petrazzini. L’ex maresciallo dei carabinieri di Bastia ha spiegato che i pezzi di rottami si trovavano in un’area ampia. «C’era solo il tronco attaccato al seggiolino – ha raccontato un vigile del fuoco – una scena cruenta».
E.B.

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